PAROLE DI... DONNA
18/06/2022 - 07:52
di Ornella Donna
Paola Gula, dopo il meritato successo di Favola Imbandita e La cantina dei tre lumi spenti, torna in libreria con un nuovo, avvincente, romanzo intitolato Caffè corretto. Un romanzo che ha una ambientazione in terra piemontese, tra Garessio, il Mindino e il Castello di Casotto, ma non solo. L’autrice dimostra, con perizia e metodo, di conoscere molto bene queste terre e i loro abitanti, con i loro pregi e i loro difetti, per cui:
“Il cuore è nella mia terra. Il Piemonte? Sì. (…) E un piemontese non parla della propria terra, se la ama? Siamo un popolo strano. A volte sembra che mostrare i nostri sentimenti ci faccia apparire deboli.”
I protagonisti che animano questo romanzo sono, in primis, Luca Fanti, scrittore in rapida discesa, che non riesce più a scrivere nulla. E Silvia Giano, una bella ragazza, che gestisce uno strano bar, detto Baretto, dove si consumano i peggiori caffè della città. E allora perché tanti clienti? Per Silvia, ovvio,
“La Silviadel bar, quella oca sexy aveva sempre giocato al gatto con il topo con i suoi clienti che se la bevevano con gli occhi e vivevano in un perenne stato di adorazione.”
Ma lei è proprio così superficiale? Cosa fa alla sera quando torna a casa, e trascorre ore ed ore al computer? E dove va di notte, vestita di nero, coperta da un cappuccio, di fretta e furia? Come, le rispettive vite, quella di Luca, scrittore mancato, e Silvia, falsa oca giuliva, si uniranno e come? Qual è la linea segreta?
Tra Roma e il Mindino si dipana una vicenda sorprendente, che unisce l’amore per la letteratura e per i libri, all’amore per il territorio e per le sue peculiarità enogastronomiche. L’autrice si dimostra particolarmente abile nelle descrizioni delle ambientazioni e nella cultura enogastronomica, infatti, dove eccelle per passione e precisione. Ad esempio quando parla del vino:
“Prese il bicchiere con il gambo come le aveva insegnato lui e lo portò alla bocca. Si bagnò le labbra come promesso, ma non le bastò, e ne bevve un piccolo sorso. Scivolare. Si, scivolare era proprio la parola giusta, ma appena sentì sulla lingua la suadenza del vino, i profumi che aveva percepito fino a quel momento, le esplosero in bocca con una forza e una persistenza che non aveva mai conosciuto.”
Ne scaturisce una lettura per gli amanti del buon cibo e per le storie costruite con sapienza e perizia letteraria. Una trama ben costruita completa il quadro di un romanzo di qualità e di ottimo costrutto narrativo. Alla prossima avventura, un mix di cucina e letteratura da gustare in profondità.
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