26/06/2022 - 08:46
di Zaira Mureddu
Il Piemonte ha un piano per produrre energie rinnovabili ed ha individuato delle possibili aree sulle quali installare pannelli solari, pale eoliche o centrali idroelettriche. L’elenco dovrà essere consegnato entro la fine dell’anno e subito dopo dovranno iniziare i lavori per l'installazione di questi impianti dovranno cominciare. Come spesso accade in terra cuneese siamo già avanti, e c’è chi ha investito, in piena pandemia, ottenendo due risultati, la messa in sicurezza di un canale spesso soggetto ad esondazioni in caso di bombe d’acqua, e la produzione ecologica di energia senza consumo di suolo ne spreco di acqua. Il caso è specifico, si tratta della centralina idroelettrica realizzata ai Carleveri di Rocca de’ Baldi. Diego Viglietti, il proprietario, ha trasformato una grossa bealera in uno strumento di pubblica utilità. «Una tecnologia eccellente – dice Marco Bailo presidente del Consorzio Irriguo che ha concesso l’uso del canale - , perché oltre a generare energia pulita a costo zero, riconosce un ritorno a economico a favore del Consorzio che a sua volta lo usa per le necessitò del comparto agricolo». L’acqua non viene meno, e al di fuori del periodo di irrigazione estivo la centralina è una sentinella per la sicurezza perché dotata di sensori elettronici, collegati in remoto con la video sorveglianza, per tenere sotto controllo il deflusso dell’acqua, specie il caso di abbondanti e improvvise piogge, le così dette bombe d’acqua. Ma se manca l’acqua manca cosa succede? Anche le centraline vanno in sofferenza in caso di siccità e i numeri del nuovissimo impianto dei Carleveri confermano: «Oggi, nelle conduzioni attuali di siccità, la produzione è circa al 25 massimo 30% di quella che potrebbe essere in condizioni normali – spiega Viglietti -. Essendo questo impianto nuovissimo in pratica da quando lo abbiamo messo in moto è sempre stato sotto produzione, non si può parlare nemmeno di copertura delle spese, figuriamoci di profitti». Anche secondo Viglietti serve un intervento politico: «Per le aziende come questa è fondamentale, sono stati fatti investimenti importanti e molte sono già partite in condizioni sfavorevoli, di sicuro chiedere lo stato di calamità sarebbe un segnale importante per fare capire la gravità della situazione».
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