CEVA - VAL TANARO
30/04/2025 - 20:27
Una maxi operazione ha visto impegnato nei mesi scorsi il personale dell’Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime nell’eradicazione del pesce persico sole, specie aliena e dannosa, dal Lago della Madonna di Alto, al confine tra Piemonte e Liguria. L’intervento si è svolto con la preziosa collaborazione del corpo volontari A.I.B. Piemonte (squadre A.I.B. Garessio e Ormea) e in accordo con il Comune di Alto e la Diocesi di Mondovì.
Questo pesce rientra nella lista delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, una delle maggiori minacce per la biodiversità. Originario delle zone temperate della Costa Atlantica del Nord America, il pesce persico sole è stato introdotto in Europa a partire dalla fine del XIX secolo a scopo ornamentale e per la pesca sportiva. L’area dell’intervento è il Lago della Madonna di Alto; qui vive stabilmente una popolazione di tritone alpestre apuano, sottospecie endemica italiana classificata come “Quasi Minacciata” dalla IUCN. Nell’estate del 2024, nel lago sono state posizionate e controllate periodicamente una decina di nasse per circa sette mesi, che hanno permesso di catturare 988 pesci, quindi si è utilizzata l’elettropesca; a causa dello spesso strato di melma presente, lo strumento non è stato sufficientemente efficace.
Dal momento che il lago della Madonna di Alto è circoscritto e non comunicante con altri specchi o corsi d’acqua che avrebbero potuto risentire dell’operazione, si è deciso di intervenire con il prosciugamento temporaneo del corpo idrico. L’intervento ha richiesto due giorni di intenso lavoro, tre motopompe - messe a disposizione dal corpo volontari A.I.B. di Garessio e Ormea - e quindici persone, tra personale dell’Ente e collaboratori esterni.
Grazie allo svuotamento del lago e considerando anche quelli precedentemente catturati con le nasse, sono stati rimossi circa 4070 persici sole, inviati poi all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta (IZS PLV). Inoltre, sono stati prelevati e messi temporaneamente in apposite vasche 4 rane, 40 rospi e 460 tritoni. Dopo un paio di giorni, l’acqua è stata nuovamente fatta confluire nel lago che è quindi tornato nell’arco di un breve periodo al livello pre-intervento; solo allora gli anfibi sono stati liberati nel loro ambiente, al sicuro da scomodi pesci invasivi.
La completa sicurezza dell'eradicazione totale della specie nel lago si avrà quando, con l’arrivo dei mesi più caldi, si riprenderà il lavoro, con le nasse e le reti, di monitoraggio post-intervento.
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