LA STANZA DELLE PAROLE SOSPESE
L'illustrazione di Giulia Otta e la scrittrice Monica Bresciano
16/10/2023 - 19:29
di Monica Bresciano
Ci sono desideri che si avverano, sogni voluti così tanto da diventare prima o poi realtà: li vedi realizzati negli altri, ne senti parlare, li insegui, li immagini finché un giorno, per caso ma non per caso, la vita ti dice: ora puoi anche tu: Santiago, il cammino, quel “sogno sognato” per anni che pensavo irraggiungibile, è diventato realtà.
Si è palesato in primavera, in una serata come tante tra amici e ha acceso in me l’entusiasmo della bambina che aspettava le gite in montagna nelle domeniche d’estate.
Un breve consulto familiare ma la decisione è già presa, si va.
Tanti mesi ci separano dalla partenza, alcuni dubbi su un viaggio lontano, la responsabilità degli anziani di casa, ma dentro la consapevolezza che questo è il tempo, che la vita è dalla nostra parte e che tutto è perfetto.
Ventotto settembre, non si dorme, si parte nella notte verso l'aeroporto di Bergamo per l’imbarco alle 7.25. Siamo in tanti, ognuno con il proprio viaggio nel cuore.
Cinque giorni di cammino percorsi in solitudine, ognuno con il proprio passo, 115 km suddivisi in tappe più o meno faticose, salite e discese, paesaggi mozzafiato: distese interminabili di terra arata e pascoli in aperta campagna, boschi di querce maestose e tappeti di ghiande appoggiate al suolo come sassi sulla battigia, foreste di eucalipti alti fino al cielo, i tronchi sfogliati dal vento, alberi di castagno e meli allineati a bordo strada.
Tutto suscita meraviglia in una natura che è stupore e perfezione.
L’autunno manifesta le prime avvisaglie nel sottobosco di felci e foglie rugginose cadute al suolo ma le giornate sono ancora afose, si cammina in una calura estiva e si trova ristoro nel fresco dei sentieri tra gli alberi sulla terra battuta umida di rugiada.
Si cammina e si saluta, “Buen camino” è l’augurio che riecheggia negli incontri e ora nel cuore, due parole semplici il cui suono è una musica, una carezza che accompagna ogni passo.
Tante nazionalità, tanti volti, tante lingue ma un unico sentiero, quello del cuore, un movimento di pace e d' amore che si espande nella volontà di arrivare alla meta.
Incontro Cristian al secondo giorno di cammino lui ha già percorso duecento chilometri, io appena venticinque.
Scambiamo poche parole ma c’è qualcosa in lui che subito smuove un'emozione, è un'attrazione che va oltre il fisico e la logica, qualcosa di così profondo e potente che sfugge a ogni spiegazione, nei suoi occhi vedo il mare, un mare increspato dal vento, vedo un’anima forte e fragile al contempo.
Cristian sta soffrendo per la fine di un amore che sembrava il futuro, cammina per lasciar andare il passato e ritrovare sé stesso; il suo zaino è pesante come lo è il suo cuore, il passo è stanco, la tendinite lo rallenta, ma lui non si arrende e procede senza sosta.
Cammina verso Santiago e poi ancora verso il mare, alla fine della terra, verso quell'oceano che libererà il suo cuore in una straordinaria metamorfosi che gli darà la consapevolezza di essere partito ragazzo ed essere tornato uomo.
Ci salutiamo con la speranza di rivederci ancora e ci stringiamo in un abbraccio senza tempo.
La luce dei suoi occhi trova spazio dentro me e percorro il resto del viaggio con un pensiero nuovo.
Sul percorso si incontra una moltitudine di persone ma raramente ci si ritrova…con Cristian è diverso, ci perdiamo e ci ritroviamo ogni giorno quasi a rispettare un desiderio che ci spinge l'uno verso l'altro; uno scatto insieme, un numero di telefono e si riparte.
L'arrivo a Santiago è avvolto da un alone di magia, la cattedrale si innalza maestosa verso il cielo nell'oro abbacinante del sole, Cristian è giunto pochi minuti prima di me, lo vedo in lontananza e gli corro incontro.
Ci abbracciamo ancora e in quell'abbraccio tocco l'immensità della vita.
Il giorno seguente io ritorno a casa ma nel cuore continuo il viaggio verso il mare insieme a lui, percorro con Cristian l'ultimo tratto del suo cammino, gli sono accanto quando corre per catturare il tramonto, piango con lui nella luce del sole che scompare nell'oceano.
Cristian dorme sotto le stelle avvolto nella brezza della notte e cullato dal rumore delle onde, lo penso libero dalle zavorre di tanto dolore, pronto a percorrere l'entusiasmante viaggio della vita in una rinnovata consapevolezza per raggiungere nuovi orizzonti.
Così ho camminato verso Santiago, condividendo un tratto di strada con qualcuno che mai avrei pensato di incontrare, ringraziando per la bellezza degli intrecci delle vite e trovando ancora una volta conferma di quanto nulla accada mai per caso: ogni seme ha il proprio tempo per sbocciare e fiorire nelle stagioni che la vita sceglie.
Siamo tutti in cammino, ognuno ha la propria “Santiago” ma solo chi non si arrende, sogna e immagina, può creare una vita migliore.
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