LA STANZA DELLE PAROLE SOSPESE
L'illustrazione di Giulia Otta e la scrittrice Monica Bresciano
01/11/2023 - 19:16
di A cura di Monica Bresciano
Nella stanza delle parole sospese, condivido il racconto di Walter che mi scrive da Macherio (Monza Brianza) e narra del cammino intrapreso nel 2018 sulla via del Nord partendo da La Verna per arrivare ad Assisi, un percorso meraviglioso che incarna ad ogni passo le parole e le gesta di San Francesco. Un viaggio appassionante che Walter compie in compagnia di suo figlio e di cui conserva nel cuore un vivido ricordo.
“Cara Monica, ti racconto il mio cammino “La Verna – Assisi” in 7 tappe per circa 220 o 230 chilometri. Un cammino nato per caso perché mio figlio avrebbe dovuto condividerlo con un amico e si è ritrovato solo dopo aver prenotato per due persone al termine di ogni tappa. Quindi, andando in suo soccorso, ho avuto circa 15 giorni di tempo per allenare le mie gambe a tappe medio lunghe. Siamo partiti l'ultima settimana di luglio del 2018 col sole caldo che ci ha accompagnato, sudore e fatica compresi, in ogni giornata, senza quasi mai una nuvola. Cieli tersi, natura incredibilmente affascinante e silenzio stupendo; sembrava di essere fuori dal mondo, in un altro pianeta.
Il cammino di Francesco quindi non aveva per me una particolare motivazione se non il soccorso di compagnia a mio figlio. È stata un'esperienza stupenda che cresceva di intensità a mano a mano che si procedeva camminando. Il corpo reagiva quasi ringraziando per le fatiche, la sensazione era di stare bene fisicamente e mentalmente come mai prima. L'acqua era diventata un bene primario, più ancora del cibo, da assaporare quasi fosse una di quelle bottiglie di vino speciali: sorsi da degustare.
La grandezza del Creato, immersi in quel mare verde Umbro, entrava nel cuore, nell'anima si manifestava.
All'eremo di Montecasale la presenza di Francesco era nell'aria: qualcosa di magico quel posto per me. Ho ancora nell'animo il sapore dell'acqua di quella fonte, sopra una targa citava: “Laudato sii mio Signore per sora acqua”
La sensazione che Dio abbia messo Francesco in Umbria, libero di scegliere la propria strada lontana da un mondo malato ed immersa in Natura, silenzio, preghiera, intima ricerca interiore, si avvertiva ovunque.
Nel cammino abbiamo conosciuto circa una cinquantina di persone, tra queste Inalda, signora brasiliana di mezza età, minuta ma determinatissima che era in cammino da Pavia e voleva arrivare a Roma, e Cristian di Parigi; insieme avevano formato una coppia pellegrina aiutandosi giorno per giorno nelle loro debolezze.
La tappa più bella, da Gubbio a Valfabbrica, la penultima. In cima ad una delle mille salite percorse, perché questo cammino è salita, discesa e quasi mai piano, una casa con una famiglia del luogo che offriva ad ogni pellegrino caffè, frutta, biscotti…il cuore in mano per tutti.
L'ultimo giorno ad Assisi, lo zaino era diventato una parte del corpo, nemmeno mi accorgevo più d'averlo sulle spalle. Pesava altro, pesava la fine di un'avventura bellissima. Il desiderio forte sarebbe stato di ripartire subito per Roma ed oltre, ma la realtà quotidiana chiamava; era la fine del sogno avverato”.
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