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Convegno dantesco: quando il sommo poeta litigava con i suoi “colleghi”

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Convegno dantesco: quando il sommo poeta litigava con i suoi “colleghi”

05/12/2023 - 09:27

Venerdì 1 dicembre nella sala del Centro Studi Monregalesi si è svolto il convegno “Contundante. Polemiche dantesche con poeti medievali” organizzato dal Centro Studi e dalla Società Dante Alighieri-Comitato di Mondovì. Un folto pubblico è stato accolto dalle parole del Prof. Sordo, presidente del Centro, e del Prof. Lamberti, presidente della Dante monregalese, che hanno salutato i relatori dando inizio al pomeriggio di dense e ricche relazioni.

Il Prof. Giuseppe Noto, ordinario di Filologia romanza all’università di Torino, ha esplorato i legami di Dante con i trovatori, in particolare con quelli che compaiono nella Commedia, ripercorrendo il graduale allontanamento dantesco dai valori cortesi. Così Bertran de Born, poeta della guerra e della nobiltà, si trova tra i seminatori di discordia nell’Inferno, mentre Folchetto da Marsiglia è beatificato in quanto vescovo e non trovatore. L’incontro decisivo è con Arnaut Daniel tra i lussuriosi del Purgatorio; il provenzale è sì riconosciuto come maestro, ma la risemantizzazione in senso sacro e cristiano di parole chiave della lirica amorosa come “gioia” e “affinare” spiegano come Dante abbia ormai abbandonato l’amore terreno e se ne debba purificare.

Successivamente il prof. Paolo Lamberti esplora i difficili rapporti danteschi con il più importante poeta toscano della generazione precedente, Guittone. Nella prima parte della relazione si evidenzia attraverso più testi, l’ostilità di Dante verso Guittone, giustificata dal desiderio di sostituirsi al più celebre ed influente intellettuale della generazione precedente, che aveva praticato sia i generi della poesia che della prosa, come Dante, ma anche da contrasti di carattere politico, non solo letterario; si citano i passi, dal De Vulgari Eloquentia alla Commedia, in cui la polemica dantesca è più evidente, identificando anche Guittone nel “primo Guido”. Successivamente si raccolgono ambiti in cui l’influenza o le tracce guittoniane rimangono comunque in Dante, anche nella Commedia e persino nella figura di Beatrice, dimostrando come l’ombra di Guittone non venga mai esorcizzata dall’Alighieri.

Infine il prof. Attilio Cicchella, ricercatore di Filologia italiana all’università di Torino, ha disegnato il graduale allontanarsi di Dante dai poeti dello Stil Novo, ricordando la rottura con il più originale ed influente di loro, Guido Cavalcanti, mentre il legame con Guinizzelli segna il punto di partenza per l’originale elaborazione dantesca dei valori stilnovistici. L’analisi si concentra sul ruolo della vista come porta dell’amore, e attraverso la lettura di testi dalla Vita Nova al Paradiso il relatore dimostra come il vedere, secondo le concezioni aristoteliche forma eletta di conoscenza, si sposti dallo sguardo rivolto alla donna a quello verso Dio.

Il pomeriggio si è chiuso con i rinnovellati saluti del prof. Sordo, che ha ricordato la vocazione universitaria e culturale di Mondovì, di cui il convegno è stato prova.

 

 

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