MENU

FOSSANESE

Saranno trasferiti a Lequio Tanaro i resti di Adolfo Vietto, giovane militare morto nel '44 in un Campo di Internamento in Germania

Nato a Mondovì Piazza, visse a Dogliani Castello

CONDIVI QUESTA NOTIZIA:
Saranno trasferiti a Lequio Tanaro i resti di Adolfo Vietto, giovane militare morto nel '44 in un Campo di Internamento in Germania

14/08/2023 - 12:03

Sono occorsi un paio di anni, ma la pratica, per il rientro della salma di un militare italiano, morto per tubercolosi e stenti in un Campo di Internamento in Germania, sta per concludersi. La onlus “col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo” ha avviato le ricerche tramite l’Onorcaduti del Ministero della Difesa, su incarico di Aldo Vietto, taxista di Mondovì, nipote del Fante Adolfo Vietto, nato a Mondovì nel 1924, esattamente a Piazza, in via Vico, poi trasferito in via Gallo. Di famiglia di fornaciai, emigrò, nel 1935, a Dogliani, ove viveva in rione Castello. Arruolato nel 43° Reggimento Fanteria, di stanza ad Alba, durante una Licenza fu rastrellato dai nazisti e internato nel Campo di Dortmund, ove morì il 9 giugno 1944, pochi giorni dopo il suo ventesimo compleanno. Sepolto nel cimitero locale, nel Campo 2 – Tomba 92, venne poi traslato nel Cimitero Militare Italiano di Francoforte sul Meno, nel Riquadro M, fila 1 – Tomba 1. Effettuate le varie procedure, l’urna con i suoi resti mortali, ritornerà nel Cimitero lequiese, ove vi è la tomba di famiglia, a fianco del fratello Giuseppe, che vestì la divisa degli Alpini, durante la terribile Campagna di Russia e fu uno dei pochi reduci tornati da quelle sterminate terre. "Il caduto - commenta Romolo Garavagno - fu uno degli Internati Militari Italiani, calcolati in 600 mila, eroi senza saperlo, che rifiutarono di prestare giuramento alla insensata Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Alcuni lo fecero con matura convinzione, per aderire alle insane ideologie naziste. Molti per rispettare l’impegno verso la Patria, che nei reparti militari insegnavano dovesse essere il Giuramento al Re, capo della nazione. Rinchiusi in Campi, che nulla avevano di diverso da quelli per Deportati politici e razziali, a migliaia morirono per fame e malattie non minimamente curate. Purtroppo la loro tragedia troppo poco è tenuta presente dalla nostra nazione e dai cittadini, che spesso ignorano gli atti di vero eroismo. Adolfo Vietto è già ricordato a Mondovì Piazza, presso la sua ultima abitazione monregalese con una “pietra d’inciampo”, il significativo segno di memoria per i morti in Campi gemanici".

 

Ulteriori informazioni sull'edizione cartacea

Edicola digitale

Sfoglia

Abbonati

LE ALTRE NOTIZIE

Powered by Gmde srl