18/11/2020 - 12:09
“Ci sono dei segnali positivi: l’Rt che ci aveva messo in zona rossa era a 2.16 e oggi è 1.37, il livello di aumento quotidiano dei ricoverati è passato da 215 a 60 e soprattutto la pressione sui pronto soccorso è diminuita negli ultimi 15 giorni di un terzo. Sono dati oggettivi. Il virus nella mia regione raddoppiava i positivi in sei giorni, oggi siamo a dieci giorni. Sono dati concreti che ci dicono che abbiamo iniziato un percorso, ma che dobbiamo completarlo con rigore e senso di responsabilità di tutti”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, intervenuto in diretta a Buongiorno su Sky TG24. Il governatore ha espresso però i suoi timori per il Natale, una festività “che vogliamo vivere normalmente ma, se immaginiamo di farlo come qualcuno ha vissuto le settimane dell’estate, noi a gennaio o febbraio ritorneremo in questa situazione e non possiamo permettercelo”.
“Piemonte potenzialmente in zona arancione”
Cirio ha poi parlato della situazione nella sua Regione e dei 21 parametri: “Credo che debbano essere oggettivi e scientifici al 100% - ha detto -. Devono essere automatismi, come quelli che si sono creati. Da venerdì scorso il Piemonte è potenzialmente in zona arancione, se al 30 di novembre avremo mantenuto questi dati potremo uscire dalla zona rossa. Questo automatismo - ha spiegato Cirio - è utile perché ci permette prudenza e senso di responsabilità fondamentali, ma allo stesso tempo deve essere ben percepito. Quello che chiediamo al Governo è di creare un meccanismo più comprensibile anche per l’opinione pubblica. Ancorato ad evidenze scientifiche come deve essere, ma più chiaro per la comprensione delle persone”.
"Parametri più percepibili per i cittadini"
La durata dei 14 giorni di mantenimento di valori più bassi “è giusta e fondamentale - ha proseguito ancora il governatore - bisogna consolidare il dato. Le Regioni insieme chiedono di semplificare il calcolo dei 21 dati, di modo che sia più chiaro nel rapporto Regioni-stato, ma anche più percepibile ai cittadini. Se i cittadini percepiscono il senso di come sono valutati i territori, aumentano la responsabilità personale, questo è molto importante. Sempre ancorandosi a criteri scientifici, va semplificata la valutazione, che oggi è molto complessa. Il meccanismo delle finestre di contenimento per cui i dati per il passaggio da una zona all’altra vanno mantenuti nel tempo credo sia un caposaldo da non abbandonare mai”.
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