29/01/2021 - 09:21
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che arriva alla redazione tramite il sindacato Cisl, ma che è firmata da una dipendente operatrice socio sanitaria del Sacra Famiglia. Risponde e si riferisce ad un'altra nota che abbiamo pubblicato e che arrivava da una lavoratrice che criticava la gestione della casa di Riposo e il "clima" che si respirerebbe all'interno.
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Di seguito, la nuova nota: è stato richiesta di non pubblicare il nome degli autori.
«Siamo un gruppo nutrito di lavoratrici presso la Casa di Riposo della “Sacra Famiglia” di Mondovì che ha hanno appena letto su vari giornali locali una lettera di una nostra collega che non ci fa onore, lettera già letta anche sui social.
Vogliamo far sapere alla popolazione di Mondovì e ai parenti di tutti i nostri ospiti, che la Signora in questione parla a titolo del tutto personale e che nessuno di noi condivide anche solo una parola di ciò che ha scritto.
Noi continuiamo a lavorare con la stessa professionalità di sempre sia che ci paghino o no; continuiamo ad avere affetto e gentilezza verso i nostri ospiti anche se la nostra struttura ha dei problemi economici; non ci sentiamo astiose o incattivite all’interno di un ambiente ritenuto addirittura “tossico” dalla collega, ma andiamo a lavorare tutte le mattine con la serenità che ci viene dalla passione che mettiamo in un mestiere scelto e voluto e non certo subito.
Prendiamo le distanze dalle dichiarazioni mendaci scritte nella lettera. Nessuno architetta per “annientare” le persone con tanti anni di servizio ma anzi, tutte le energie sono tese ad ottimizzare al massimo sia il personale che le spese per riuscire a quadrare i conti in dissesto; è falso dire che prima c’erano solo due persone negli uffici mentre ora ce ne sono quattro ed è inventato che ci siano sempre più spese dando a pensare che sia dovuto alla retribuzione del Presidente e del consiglio di amministrazione che invece ci risulta lavorino gratis.
Gravissima è anche l’affermazione che non si tenga conto delle limitazioni fisiche decise dal medico dell’azienda perché è sotto gli occhi di tutti che i soggetti più fragili siano nel reparto più “leggero”.
Noi non siamo “furiose” ma siamo fiduciose. Cerchiamo quotidianamente di aiutare la struttura a migliorare con la nostra presenza costante, il nostro lavoro qualificato e le nostre carezze agli ospiti.
Noi continueremo a lavorare alla “Sacra Famiglia” con serietà e determinazione anche al fine di aiutare la struttura a superare questo difficile momento».
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