23/07/2021 - 15:11
Riceviamo e pubblichiamo da Confesercenti Cuneo
“È indubbio che il Green Pass obbligatorio è meglio della chiusura forzata, ciò non toglie che avrà un grade impatto sulle attività economiche, perché restringere l'accesso ai soli possessori del pass rischia di far perdere milioni di fatturato alle attività turistiche e ai pubblici esercizi”. A dirlo è il direttore generale Confesercenti della provincia di Cuneo, Nadia dal Bono.
“Come abbiamo sempre sostenuto - prosegue il direttore dal Bono -, l’asso vincente è la massima copertura della popolazione con le vaccinazioni. Altrimenti il certificato penalizza ancora una volta in modo ingiustificato le imprese”.
“Inoltre si metterebbe in grave difficoltà gli imprenditori, costretti a ricoprire l'inopportuno ruolo di agenti di pubblica sicurezza per procedere al controllo del certificato. Meglio di una chiusura totale, certo: ma è comunque un deludente ritorno alle restrizioni”.
Riceviamo e pubblichiamo da Confcommercio Cuneo
“Vogliamo pensare positivo – afferma Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – nelle decisioni assunte dal Consiglio dei Ministri con il DL Covid, in quanto le ragioni del contrasto della pandemia devono essere strettamente connesse con quelle di una ancora difficilissima ripartenza dell’economia”. “Come già affermato in altre occasioni - interviene Giorgio Chiesa, presidente dell’Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo, aderente a Confcommercio – e partendo dal presupposto che un terzo lockdown non sarebbe stato sostenibile per l’Ospitalità e l’Horeca, il Green Pass è uno strumento per non bloccare ulteriormente l’economia”.
“Ci troviamo – precisa Chiesa – invece in completo disaccordo con il Governo rispetto alla decisione di proseguire nella chiusura delle discoteche e locali da ballo e divertimento notturno anche all’aperto, viste le scene durante gli Europei di calcio, gli eventi piazza e le numerose feste abusive”.
“Siamo solidali – sottolinea Chiapella – con i colleghi di Silb-Fipe e la loro presidente provinciale Federica Toselli e ci batteremo a fianco della Confederazione perché giungano al più preso i sostegni e ristori necessari per fare in modo che per il settore del divertimento ci possa essere un futuro”.
“Come sempre – prosegue Luca Chiapella – vigileremo a tutti i livelli istituzionali perché il Green Pass sia uno strumento di persuasione e non di repressione; le categorie rappresentate da Confcommercio hanno subito più di altre i danni conseguenti alle chiusure ed alle limitazioni, i colleghi della Ristorazione, Ospitalità e Ricettività non possono accollarsi anche l’onere del controllo e della successiva sanzione rispetto al mancato possesso del Green Pass”.
“Ci auguriamo e vogliamo essere convinti – conclude Giorgio Chiesa – che le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri con il DL Covid possano servire e proseguire sulla strada della ricerca della normalità perduta, ma saremo vigilanti severi nel caso il Green Pass si trasformi in un’arma contro gli operatori della Ristorazione”.
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