Paola Stringa con Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni nel palazzo della Corte Costituzionale
17/02/2022 - 15:08
di Carlotta Braghin
Due giorni fa, il 15 febbraio, la Corte Costituzionale ha bocciato il quesito del referendum per la parziale abrogazione dell’articolo 579 del codice penale, che punisce l’omicidio della persona consenziente. Sono state raccolte 1 milione 200 mila firme. Ai banchetti, schierata in prima fila c’è sempre stata l’avvocato Paola Stringa, di Ceva, autenticatrice delle firme. È lì perchè dal 2010 promuove la sua battaglia sia giuridica, sia personale. In quell’anno il padre scoprì di essere un malato terminale e lei, per evitare l’accanimento terapeutico, decise di lasciarlo andare. Fu accusata di essere “come il papà di Eluana Englaro”. «Porto addosso la mia decisione come una medaglia - dice lei -. Le persone che hanno firmato si portavano qualcuno nel cuore. Che diritto stiamo violando? L’applicazione dell’articolo 579 del codice penale non ha mai (…)
IL RESTO DEL’INTERVISTA ALLA PROFESSIONISTA CEBANA SULL’EDIZIONE DI MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO 2022.
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