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Maestra sotto accusa per abuso dei mezzi di correzione

Altra udienza, i testimoni della difesa: «Mai visto episodi dubbi»

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Maestra sotto accusa per abuso dei mezzi di correzione

03/04/2022 - 12:22

di Carlotta Braghin

È proseguito, in tribunale, a Cuneo, il procedimento penale a carico della maestra monregalese accusata da alcuni genitori (parti offese) di suoi ex allievi (minorenni) di abuso dei mezzi di correzioni. I fatti si sarebbero verificati negli anni 2018-2019 quando insegnava in una scuola dei dintorni di Mondovì. Alla donna, assistita dall’avvocato Alberto Bovetti, sono contestati alcuni episodi di “coercizione alimentare” e quello di aver fatto odorare ad un bimbo alcune mutandine sporche di escrementi. Esaurita la lista dei testimoni del pubblico ministero, è stata la volta di quelli della difesa. In aula erano presenti quattro genitori di ex alunni. Tutti hanno confermato di non aver mai assistito ad episodi di maltrattamenti: «A scuola c’è sempre stato un clima sereno. Hanno iniziato a circolare delle voci tra i genitori, ma era qualcosa rispetto al quale i nostri figli erano estranei».

A deporre anche alcune ex colleghe della maestra: «Era allegra, euforica a comprensiva. I bambini le correvano incontro per abbracciarla. Tramite una mia collega sono venuta a conoscenza di alcuni episodi. Ogni tanto la sentivo alzare la voce, ma capitava a tutte». E ancora: «Ho saputo delle accuse tramite una mia collega e alcune collaboratrici scolastiche. Si parlava del fatto che la maestra facesse mangiare forzatamente i bambini e che li chiudesse negli sgabuzzini. Ad un certo punto le ho pregate di non riferire nulla perché ero convinta che non ci fossero prove». «Lavoravamo bene insieme -ha riferito un’altra insegnante-. Lei proponeva molte attività e non ci sono mai stati rimproveri nei suoi confronti né da parte dei genitori né dalla dirigente. Penso ci fosse un po’ di ‘astio’ tra la maestra e le bidelle. Non abbiamo mai applicato castighi con gli alunni. Di fronte ad alcuni comportamenti li mandavamo a ‘pensare” su una sedia. Mai nessuno è stato rinchiuso in uno sgabuzzino. Lei teneva molto ai bambini. Se uno di loro piangeva era la prima a dedicargli molto tempo per capire che cosa fosse successo. Aveva un atteggiamento molto materno».

A fine maggio, l’esame dell’imputata.

 

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