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Ceva: “Alla mia solita chiesa… solo grazie”

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Ceva: “Alla mia solita chiesa… solo grazie”

La chiesa dei Cappuccini a Ceva

29/04/2023 - 09:26

Alla notizia delle ultime funzioni celebrate dai frati cappuccini nella cappella di Ceva, una nostra lettrice ha inviato alla redazione una lettera che riassume bene il “comune sentire” di tanti cebani, La proponiamo di seguito.

“Mi siedo nel banco, il mio solito banco. Sono un po' in anticipo e posso indugiare a guardarmi intorno: nelle navate, come ogni domenica, tante persone e qualche banco davanti a me, come sempre, ci sono Piera e Beppe, alla mia sinistra c’è Luciana, mentre Domenico e Ines stanno andando a sedersi, come d’abitudine, nelle Cappelle laterali… in piedi vicino alla statua di “Maria Bambina” c’è il nonno di Edoardo, come tutte le Domeniche nella nostra solita Chiesa… fra poco dalla solita porticina vedremo uscire Padre Francesco. Come al solito. Come al solito, sì, ma per l’ultima volta. Per l’ultima volta, nella nostra solita chiesa risuonerà la sua voce e poi le nostre. Per l’ultima volta, saremo uniti nella preghiera e nella condivisione del pane eucaristico. Per l’ultima volta, ci sentiremo figli e fratelli intorno alla mensa, guidati da un pastore buono ed attento, che ci ha insegnato a sentirci comunità vera … nella nostra solita Chiesa.

E così si affollano i ricordi, prima alla mente e subito dopo al cuore. Ricordi a volte sfumati di serena leggerezza, altri più tristi e mi rendo conto di quanta vita io abbia trascorso all’ombra di questi muri, protetta e confortata dalle parole buone e sapienti di Padre Prudenzio prima e di Padre Francesco poi. Persino il mio papà, da tanti anni in cielo, quando è venuto a visitarmi in sogno, ha voluto incontrarmi nella nostra solita chiesa, nel nostro solito banco. Fermo il fiume di immagini e di ricordi e mi impongo di non contrariarmi per una scelta di cui nulla so, i cui motivi magari sono validi e condivisibili, ma che per me – e mi permetto di pensare, per l’intera comunità –non possono essere compresi né accettati.

Mi concentro, invece, su un altro pensiero, forse più faticoso da mettere a fuoco, meno immediato, ma certamente più giusto. Mi fermo a pensare che se è pur vero che questo mio micromondo cesserà di esserci, se è pur vero che per me, per la mia mamma e per tanti altri assidui fedeli questa chiusura è - e sarà – amara e faticosa, è altrettanto vero che tanta amarezza e tanta fatica non si proverebbero se per tanti anni non avessimo potuto giovarci ed arricchirci delle parole e dello spirito dei padri cappuccini che ci hanno accompagnato, che hanno benedetto le nostre case, che hanno fatto festa con noi e consolati nei momenti difficili.

Solo un sincero e profondo sentimento di gratitudine desidero che arrivi a padre Francesco ed agli altri padri che hanno officiato in questi anni. Questo solo sentimento spero che muova dal mio cuore, ogni volta che passerò davanti alla mia solita Chiesa”.

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