04/07/2023 - 06:31
di Gianni Scarpace
La notizia e l'articolo l'abbiamo riportato la scorsa settimana sull'edizione cartacea. Lo riproponiamo ora qui.
Il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco è ormai prossimo a passare la mano nella guida dell’ateneo. Sarebbero tre i candidati per la sua successione: elezioni nel prossimo inverno, anno accademico 2024, ma le candidature sono già attive e ce ne sono due ufficiali. Uno dei nomi è quello di Paolo Fino (51 anni il prossimo 24 luglio) , responsabile dal 2015 della sede decentrata di Mondovì che ha frequentato da studente (unica sede distaccata del Poli torinese) e direttore del dipartimento di Scienze Applicate e Tecnologia. I bene informati dicono che si tratti della candidatura più accreditata per il successo. Sfiderà Stefano Corgnati, vicerettore per le Politiche interne e finora unico candidato ufficiale e circola il nome di Juan Carlos De Martin, delegato del rettore alla Cultura e alla Comunicazione. Fino ha annunciato la sua intenzione con una lettera circolata all’interno del Poli tra colleghi e responsabili dei Dipartimenti. «Credo sia il momento giusto per me di propormi all’ateneo. Ho trascorso gli ultimi mesi a confrontarmi con molti colleghi, a ricevere spunti e idee e a valutare problematiche e prospettive. Ho preferito attendere per ufficializzarlo per non perturbare gli altri processi elettorali in corso, dai direttori di dipartimento al senato accademico». Fino lavora nello stesso dipartimento di Saracco, il Disat, con cui ha collaborato in passato. Per questo motivo, la sua candidatura sembra essere in continuità con il progetto del rettore uscente. Abbiamo chiesto a Fino come vede, dall’ottica del candidato, il futuro di Mondovì.
Professor Fino, lei si candida per il ruolo di Magnifico rettore, ma Mondovì?
Mondovì è stato uno straordinario laboratorio di idee e di nuovi modelli di gestione. È stato un luogo che ha permesso di facilitare l’incontro tra Politecnico e Territorio sia dal punto di vista istituzionale che dal punto di vista del sistema produttivo. Penso che la natura della provincia di Cuneo con le sue specificità abbia permesso di coniugare gli aspetti della programmazione strategica con quelli dell’efficienza attuativa permettendoci in pochi anni di essere parte di una ricostruzione della catena della formazione e innovazione di grande prospettiva per il territorio e per lo stesso politecnico.
Questo è quanto è riuscito a fare, ma il futuro?
In quest’ottica il mio parere è che il Politecnico non potrà che consolidare le iniziative già in essere e rilanciare con nuovi progetti che possano coinvolgere sia l’ambito dell’innovazione che quello della formazione.
Prevede anche una crescita?
Come sempre quando si cresce, si cresce insieme, ed i modelli di interazione sperimentati con l’integrazione con Confindustria, con le attività in collaborazione con il polo agrifood, le sinergie con i tavoli programmatici di Provincia e Fondazione Crc, rappresentano una best practice di grande valore.
Perché si candida?
La decisione di candidarmi è maturata negli ultimi mesi a valle di numerosi confronti con colleghe e colleghi che con grande entusiasmo mi hanno espresso l’interesse a lavorare per un Politecnico evolutivo e capace di cambiare e modificarsi per adattarsi alle mutevoli condizioni attuali. Dal confronto con loro è nata prima l’idea di ideare un progetto e poi sono maturate idee, opinioni, progettualità che, sebbene ancora in stato embrionale e meritevoli di approfondimento e condivisione, hanno acceso in me l’entusiasmo per provare ad affrontare quest’avventura elettorale.
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