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Truffa all’Unione Europea: coinvolta impresa con sede a Briga Alta. Indagine della DDA: si sospetta coinvolgimento della “mafia foggiana”

Guardia di Finanza: 25 arresti

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Truffa all’Unione Europea: coinvolta impresa di Briga Alta. Indagine della DDA: si sospetta coinvolgimento della “mafia foggiana”

26/09/2023 - 13:10

Un’azienda ha sede a Briga Alta, un’altra a Monterosso Grana, la terza, sempre in provincia di Cuneo, è a Marene. Sono le imprese agricole coinvolte nell’operazione “Transumanza” curata dai finanzieri del Comando Provinciale di Pescara. L’accusa: truffe all’Unione Europea per intascare milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti. Dall'alba di martedì è scattata la maxi–operazione condotta da nord a sud diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.) della Procura di L’Aquila perché le aziende risultano coinvolte in questo giro di affari illecito su cui si sospetta anche l’azione della “mafia foggiana”.

Sono 75 i soggetti e gli enti coinvolti, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione, anche grazie ai mezzi aerei del Reparto Operativo Aeronavale di Pescara, in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania, per un giro di affari illecito su cui si sospetta anche la mano della “mafia foggiana”, visto il coinvolgimento di affiliati alle organizzazioni criminali del Gargano.

SEQUESTRI E MISURE ANCHE IN PROVINCIA DI CUNEO

Titolare delle aziende con sede a Briga Alta e a Monterosso risulta una donna brasiliana colpita dalla misura di “interdizione di esercizio di impresa”. A Marene è stata, invece, individuata la convivente di uno dei principali indagati, un uomo di origine abruzzese da tempo in Piemonte per ragioni lavorative.

Sempre nella mattinata di martedì è stato eseguito un sequestro preventivo pari a 415 mila euro in capo all'impresa di Monterosso Grana, accusata di aver beneficiato degli aiuti di Arpea, l'Agenzia Regionale Piemontese per le Erogazioni in Agricoltura. Le indagini, svolte in collaborazione con il Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata del Nucleo PEF di L’Aquila ed il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, sono durate 2 anni. I finanzieri hanno effettuato acquisizioni documentali, intercettazioni di oltre 100mila conversazioni, 8.000 interrogazioni alle banche dati ed accertamenti bancari su più di 270 conti correnti.

IL MECCANISMO DELLA TRUFFA

Per truffare Bruxelles, l’associazione per delinquere, operativa dal 2014, di cui farebbero parte 13 persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli PAC, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli. Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni. Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

 

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