MENU

Cellulari a scuola? Dibattito infinito. INTERVISTA alla dirigente degli Istituti Comprensivi di Mondovì

CONDIVI QUESTA NOTIZIA:
Cellulari a scuola? Dibattito infinito. INTERVISTA alla dirigente degli Istituti Comprensivi di Mondovì

09/03/2024 - 06:28

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha preso posizione, nei giorni scorsi, sulla questione dibattuta da tempo. Il ministro, riporta “Orizzonte scuola”, parlando alla festa della Lega Romagna a Cervia, ha esposto la sua preoccupazione. Motivo: «È mai possibile che i ragazzi, anziché studiare usino il cellulare per deridere sui social gli insegnanti?» La discussione c’è da sempre: vive tra insegnanti e studenti, ma anche tra genitori, insegnanti e figli. Serve o no il cellulare in classe? E se l’alunno lo usa, che cosa rischia? Il dibattito alimenta polemiche a non finire. Uno dei primi provvedimenti del ministro Valditara è stata proprio la circolare in cui si danno indicazioni sull’uso del cellulare in classe. Cosa dice la circolare? Il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti è già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007. Ma ora potrebbe arrivare una ulteriore stretta.

Abbiamo rivolto alcune domande a Vilma Peirone, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo 1 (in reggenza) e 2.

Dirigente, una “vexata quaestio” da tempo?

E’ dal 2007 che la scuola è interessata da circolari ministeriali che vietano, se non autorizzato dai docenti, l’utilizzo del cellulare. Pertanto tutte le scuole hanno già “normato” in modo autonomo, tale materia.

Foto di John Smith su Unsplash

Ed oggi a lei si sono presentati casi?

Per quanto riguarda il corrente anno scolastico, i fatti di uso non corretto del cellulare finora non sono avvenuti in orario scolastico, ma al di fuori. Tuttavia la scuola si è fatta carico del problema insieme alla famiglia. Un atteggiamento non corretto è certamente un segnale in termini educativi, che costringe ad interrogativi nella consapevolezza che il compito della scuola è residuale, seppur complementare, a quello della famiglia.

Come intervenire sui ragazzi?

I ragazzi hanno bisogno di essere supportati e accompagnati anche nell’utilizzo di uno strumento che per loro oggi è parte della quotidianità: non a caso in molte scuole cittadine secondarie della città si inizia già in prima, con il percorso educativo “Patentino dello smarthphone”, attuato dagli stessi insegnanti, formati su questa tematica. Quest’anno abbiamo avuto l’opportunità di avere poi, in entrambi gli istituti, l’intervento prezioso della polizia postale che ha davvero aiutato i ragazzi a maturare consapevolezza dei rischi dei social, anche per quanto riguarda contatti con sconosciuti.

Smetta, per un minuto, i panni di dirigente: che ne dice?
Personalmente ritengo che a priori i nostri ragazzi meritino la fiducia di tutti noi adulti, abbiano bisogno di esempi positivi e di limiti, e che crescere comporti anche la capacità che s’impara solo in situazione guidata, di autoregolarsi.

E gli allarmi, allora?

L’allarme deve essere preso in seria considerazione perchè proviene dagli specialisti in merito ai danni che l’uso precoce e non controllato dei dispositivi può creare anche sull’equilibrato sviluppo psico-fisico. Ed allora è necessario potenziare un lavoro in rete che coinvolga tutti coloro che, nelle specificità dei ruoli, si occupano di bambini e ragazzi.

Ulteriori informazioni sull'edizione cartacea

Edicola digitale

Sfoglia

Abbonati

LE ALTRE NOTIZIE

Powered by Gmde srl