13/06/2024 - 11:36
Tra meno di vent’anni il numero di persone in età lavorativa, nella “Granda”, scenderà dall’attuale 63% della popolazione al 56%. Questo vuol dire che solo poco più della metà di chi popola il Cuneese, per motivi anagrafici, cioè da 14 a 65 anni, sarà in grado di lavorare. Basterebbe questo dato per generare preoccupazioni su quanto il territorio possa ancora essere considerato, a breve, “motore” dell’economia del Piemonte, anche se altre zone non stanno certo meglio, anche a livello europeo. I dati sulle tendenze demografiche nella provincia sono a cura dell’ufficio studi della Camera di Commercio su elaborazione Istat e Infocamere e sono stati raccontati nella sala d’onore della Camera di Commercio di Cuneo dal professor Francesco Billari, Rettore dell’università Bocconi, uno dei maggiori esperti della materia. Sono chiari perché si parla di “inverno demografico”.
Non occorrerà attendere 17 anni (i dati del 56% di popolazione lavorativa sono previsti nel 2041. Perché l’allarme c’è già oggi. Basta guardare i trend: nel Cuneese a fine 2023 sono nati 3.946 bambini ed il numero dei morti supera di gran lunga le nascite, raggiungendo 6.931 unità. Nel 2022: 7.920 nascite e 14.524 morti. Nel 2008 nascevano 5.554 bambini, il 40% in più rispetto ad oggi. L’età media della popolazione cuneese è oggi pari a 46,6 anni (regionale è 47,9). Nel 2041 sarà pari a 49 anni e ci saranno 276 anziani ogni 100 under 15 (dati Istat). Al 1° gennaio 2023 la popolazione residente in provincia di Cuneo era di 579.948 abitanti (- 207 unità in meno rispetto all'anno precedente, secondo il rapporto della Camera di Commercio cuneese). Un anno dopo la popolazione della Granda è di 582.194 persone, in leggero aumento (+ 0,3%) rispetto al 2023: è il secondo anno consecutivo di crescita, ma la tendenza resta negativa. Il futuro? Tra 17 anni scenderà di 6.400 unità e oltre il 32% della popolazione sarà over 65.
Quale impatto economico sociale ci sarà? Il primo, evidente: le imprese giovanili provinciali sono scese di 1.824 unità dal 2011 ad oggi (da 7.812 a 5.988) con un calo fisiologico costante fino al 2023.
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