Il Vescovo di Mondovì gli amministratori all'ingresso del Santuario di Vicoforte
08/09/2024 - 10:05
di m. ber. g. sca.
Alla solenne celebrazione della Natività di Maria il vescovo di Mondovì Egidio Miragoli si rivolge ai sindaci del territorio, numerosi con le loro fasce durante la precessione ed anche alla messa solenne celebrazione al Santuario di Vicoforte. Ed anche ai fedeli. Durante i pochi minuti a disposizione il vescovo della Diocesi monregalese, Miragoli ha affrontato l’omelia dopo la numerosa partecipazione alla tradizionale processione che parte da Mondovì e si ricongiunge (tappa a Fiammenga) a Vicoforte.
ECCO IL TESTO DELL’OMELIA
«Con la Festa della natività di Maria onoriamo l’aurora della nostra salvezza, la sua possibilità di compiersi. Nessuno poteva immaginare quando nasceva e perché fosse venuta nel mondo, noi non siamo in grado di prevedere le azioni di Dio. La figura di Maria non per caso ha suscitato tanta devozione e letteratura.
Propongo due riflessioni su due temi distinti, anche se supererò gli 8 minuti canonici indicati dalla diocesi di Roma.
La prima: questa giornata è parte di un percorso di devozione antichissimo, che ha visto altri momenti significativi a maggio e in estate, oltre al restauro delle cappelle in vista del prossimo giubileo. Oggi il partecipato pellegrinaggio da Mondovì Piazza alla Basilica.
Accanto alle feste liturgiche c’è da sempre una pietà popolare che si esprime in svariate forme.
È giusto richiamarla perché nutre la fede, manifesta una sete di Dio che rende capaci di generosità ed eroismo. La pietà popolare tende alla spontaneità, attraverso essa la fede è entrata nel cuore degli uomini. Non guardiamo con sufficienza alle manifestazioni della pietà popolare, forse più importanti delle sottigliezze dei teologi. È un modo di sentirsi parte della chiesa, a voi fedeli raccomando l’essenzialità: ad esempio le cappelle non possono diventare un ricettacolo di immagini sacre, ogni iniziativa deve essere rispettosa della loro storia.
Il secondo pensiero mi viene dalla presenza di tanti sindaci, che ringrazio per loro presenza che compone la frammentarietà del monregalese. Mi suggerisce una riflessione politica nel senso etimologico del termine. A giugno ci sono state le elezioni comunali in 59 comuni della nostra Diocesi, tra Monregalese e Savonese. Al termine di una campagna elettorale vivace c’è stata l’elezione di 26 nuovi sindaci. In 33 comuni c’è stato un confronto tra più liste, con 11 sindaci confermati e 22 nuovi. In 26 invece era presente una lista unica e ci sono stati 22 sindaci confermati e 4 nuovi.
Auguri a tutti, in particolare ai nuovi sindaci, buon lavoro: vi siete messi in gioco per le vostre comunità, troverete nei sacerdoti dei vostri paesi un punto di riferimento. In molti casi il confronto elettorale è stato vivace, tale da lasciare non poche ferite e spaccature. Mi auguro che il clima di divisione sarà superato velocemente. Già il nostro territorio è frammentato e spesso si lavora più per combattere la concorrenza. Vale sempre quanto disse Sallustio: “Nella concordia crescono le cose piccole”.
In Comuni con una lista sola ci sono stati tanti sindaci confermati, segno di apprezzamento per il loro lavoro, ma in alcuni centri più grossi anche segno di disinteresse verso la cosa pubblica. “L’indifferenza è il cancro della democrazia” ha detto Papa Francesco a Trieste.
Plutarco narra che Cesare, attraversando un paesino delle Alpi, ha detto che avrebbe preferito essere vivo lì e sepolto a Roma.
È nostro dovere appassionare la gente, favorendo la partecipazione. Fare bene cose utili, solo così potremo di nuovo favorire la partecipazione delle nostre realtà. Il vescovo ha chiuso con un messaggio: “Non distogliere gli occhi dallo splendore della stella che è Maria, invocala, seguendo lei non ti smarrisci, se lei ti guida non ti stacchi”.
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