11/09/2024 - 08:46
di Gianni Scarpace
La questione è talmente “vecchia” per la città di Mondovì che suscita quasi “fastidio” scriverne ancora. È la sempiterna questione tra organizzatori di eventi e commercio cittadino. In questo caso tra Comune ed esercenti e commercianti. Questa volta la miccia è la serata dei tradizionali “Feu ‘dla Madona”, i fuochi del 7 settembre. Il Comune organizza la “notte bianca” con una serie di spettacoli ed eventi live, il commercio risponde con pochi negozi e bar aperti al pubblico. Risultato: piazze piene (piazza Cesare Battisti e piazza Maggiore, meno in altri siti), poche le serrande alzate di fronte a visitatori che arrivavano soprattutto da fuori città. Da sempre la discussione sta tra il giusto diritto di chi fa commercio di considerare “sacra” la chiusura serale (a cui si aggiungono le difficoltà a sostenere spese ulteriori, prima di tutto di personale oltre l’orario normale) e chi chiede uno sforzo ulteriore “per il bene della città”. Un supplemento di lavoro “se ti organizzo l’evento di fronte alla tua vetrina”. Il confronto ed i mugugni ci sono da sempre, ma la sensazione è che Mondovì sia arrivata ora ad un punto in cui davvero deve fermarsi a riflettere con serietà sul punto.
Domandarsi che direzione prendere perché l’economia della città non ne risenta sotto colpi mortali che si chiamano e-commerce, globalizzazione, concorrenza della grande distribuzione ed altro ancora. Viene in mente il detto “fare le nozze con i fichi secchi” che significa voler fare qualcosa in grande senza averne i mezzi sufficienti. Il fatto è che Mondovì i mezzi/fichi, cioè gli eventi, quest’anno ne ha avuti tanti, qualcuno dice fin troppi. Per tutti i gusti. Altro che fichi, un tempo simbolo di povertà di risorse. Possono essere piaciuti o meno, ma le occasioni ed i generi ci sono stati tutti con granede “sbattimento” (riconosciuto da tutti) dell’assessore comunale Alessandro Terreno: rap, hip hop, liscio, musica per i più piccoli, rock, cantautori, dance, club culture. Si è parlato di musica, di mondo discografico, di cultura, di libri, di Warhol e di Barocco. Abbiamo avuto Altan e Carofiglio in un solo giorno, anche un contest molto apprezzato per giovani musicisti. E ancora non sono finiti, in attesa del “nome” Bob Sinclar e dell’edizione 2024 di “Calici e Forchette” in autunno. Altre città ci invidiano la mole di iniziative. Dove sta allora il problema? Il Monregalese guarda spesso ad Alba per carpire i segreti di successi dal punto di vista turistico. Al netto dei frutti della natura recapitati con generosità nella Langa ricca (vini pregiati e tartufi), ma sapientemente trattati dal punto di vista imprenditoriale, le zone dell’Albese hanno capito da tempo una cosa: che tutti devono remare nella stessa direzione perché tutti ci guadagnino. In sostanza in quel territorio, si scornano e se ne dicono di tutti i colori poi tutti uniti per attrarre turisti, opportunità, risorse, successo. Forse questo ancora il Monregalese (inteso come territorio) deve capire. Poi ci sono i rapporti. Mondovì ed il Monregalese hanno un serbatoio di volontari invidiabile. Persone che non chiedono nulla in cambio, si adoperano per il territorio, organizzano, si prendono responsabilità. Un territorio, però, senza il consenso e l’apporto del motore economico (grandi e medie imprese comprese) e la sintonia tra pubblico e privato, non va da alcuna parte. Soprattutto se il tessuto del commercio e delle imprese non è del tutto in linea con le intenzioni degli enti e degli organizzatori di eventi. C’è un’associazione come “La Funicolare” che organizza molto, ma negli ultimi tempi le “visioni” con gli amministratori non paiono più collidere come un tempo. Si attende la creazione dell’Ente per le Manifestazioni, ma le forme burocratiche per crearlo sono complesse. C’è l’Ascom (Mattia Germone è presidente sia de La Funicolare che dell’associazione di categoria) ma non tutti gli operatori sono soci, quindi la rappresentanza vera diventa più difficile. Lo stesso Germone interviene sul tema con una comunicazione ufficiale riferendosi alla “Notte bianca”: «Complimentandoci per l'idea, proposta dall'Amministrazione Comunale, ringraziamo quei negozi che hanno prolungato l'orario di apertura offrendo una cornice più ospitale ai molti turisti intervenuti alla serata: peccato per gli operatori che non ne hanno approfittato, magari per godersi in prima persona i "Feu" ma soprattutto per lanciare un messaggio di apertura e di interesse all’iniziativa».
La funzione di un giornale è di segnalare, denunciare, indicare, stimolare ma è anche quella di fare analisi dei fenomeni del territorio per cercare di “costruire”. Noi ci siamo per contribuire alla riflessione ed all’azione. Con una preghiera: ci si fermi, si discuta, ci si accapigli anche. Ma si costruisca, insieme, un percorso per aiutare la città, il commercio, le famiglie. Il “come fare” è compito di chi amministra e ha responsabilità di ruolo acquisito perché l’ha scelto non perché gliel’ha ordinato il medico. Noi non possiamo che essere il campo su cui confrontarsi e il pungolo perché tutto ciò avvenga.
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