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Ceva, ospedale: inaugurato il nuovo osteodensitometro, presto i lavori per la Dialisi a Mondovì

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Ceva: inaugurato il nuovo osteodensitometro, presto i lavori per la Dialisi a Mondovì

Nella foto, da sinistra, l'assessore regionale Riboldi, il sindaco di Ceva Mottinelli e Robaldi, di Mondovì

26/09/2024 - 16:51

Alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, del presidente della Provincia Luca Robaldo e del sindaco Fabio Mottinelli è stata inaugurata oggi pomeriggio, giovedì 26 settembre, la nuova macchina “osteodensitometro” che grazie alla Fondazione Crc è stata installata nell’ospedale di Ceva. L’importo è di circa 40.000 euro, interamente finanziati da Fondazione Crc. 

Ad introdurre l’argomento Giuseppe Guerra, direttore generale Asl Cn1: “Da subito abbiamo voluto dare una svolta a questo ospedale - ha spiegato -. E i numeri ci danno ragione”. Guerra ha poi snocciolato i numeri del presidio. “Abbiamo introdotto anche i macchinari più moderni in Riabilitazione. Nelle sale operatorie manteniamo 10 sedute alla settimana, con incremento del 35%. Siamo in sofferenza per le attività ambulatoriali perché abbiamo 60 medici in meno in pianta organica”.
“Sulle attività ambulatoriali abbiamo una serie di specializzazioni ed un servizio di endoscopia digestiva tra i più importanti dell’Asl - ha detto ancora il direttore Asl -. Presto inizieremo i lavori alla Dialisi di Mondovì, con 500 mila euro di Fondazione Crc, 500.000 da Banca Intesa San Paolo e un’integrazione, speriamo, del Comune di Mondovì”.
Al Pronto Soccorso a Ceva ci sono 21 passaggi in media al giorno.
Sul futuro dell’ospedale di Ceva, ancora Guerra: “L’anello della Dialisi sarà rifatto e completeremo gli interventi di messa in sicurezza sismica. Inizieremo i lavori per l’Ospedale di comunità, con 20 posti letto a gestione dei medici di famiglia. Verrà potenziata l’attività ambulatoriale: se avremo sufficienti chirurghi potremo aprire un ambulatorio senologico su Ceva, ospedale di confine, utilizzando la sala operatoria di Saluzzo per le necessità. E vorremmo uniformare l’offerta per le cure palliative”.
Luca Robaldo ha commentato: “Mi fa piacere essere qui anche alla presenza dei rappresentanti della Fondazione Crc, la cui attività è particolarmente importante in settore sanitario. Grazie all’assessore per la sua presenza, segno di attenzione per questa parte del territorio piemontese che ha peculiarità uniche, come la vicinanza alla Liguria. Col sindaco Mottinelli vogliamo lanciare un messaggio: dopo anni la dicotomia con Mondovì sta finendo, perché necessario fare fronte comune”.
Il sindaco Mottinelli: “Dietro ai numeri citati dal dottor Guerra ci sono persone che hanno lavorato e lavorano sodo. Mondovì e soprattutto Eva hanno resistito alla pandemia grazie a loro. Al direttore mi sono permesso di chiedere un occhio di riguardo per il nostro ospedale perché se lavora di più Ceva ne giova anche l’ospedale di Mondovì”.
“Ho iniziato a girare gli ospedali della regione a cominciare da quelli più piccoli - ha detto l’assessore Riboldi -. Da ex sindaco non credo nella società che porta tutti i servizi nei grandi centri. Dobbiamo lavorare affinché le comunità abbiano servizi pari a quelli delle grandi città, partendo dalla rete sanitaria, settore su cui dobbiamo impegnarci. Il piccolo ospedale è presidio territoriale della regione, ma occorre investirci. Negli ultimi anni questi ospedale ha raggiunto risultati importanti, come dimostra il 35% in più di predazioni chirurgiche. In Piemonte l’8% dei cittadini non credono più al sistema sanitario pubblico: dobbiamo riportarli nell’alveo di una società moderna ed efficiente. Il pronto soccorso di Ceva, come altri, è operativo per 12 ore. Ho chiesto al dottor Guerra di convocare il direttore 118 e gli ammonii per fare il punto della situazione: le 12 ore possono essere importanti per sgravare gli altri pronto soccorso. Le strutture utilizzate al 100% poi possono avere altre prospettive in futuro: se lavorerà al 100%, anche il pronto di Ceva in futuro potrà avere la possibilità di un’apertura maggiore. Se i fondi sono spesi meglio e così la fiducia, crescono le donazioni e le risorse e si possono dare migliori risposte ai cittadini. Ringrazio i responsabili di Fondazione Crc senza la quale questa struttura non potrebbe disporre della Moc. Vero desiderio: che la sanità piemontese sia vista come qualcosa che in punta di piedi permea un percorso di vita, anche per le cronicità”.
Sul pronto soccorso, ancora Riboldi: “Oggi c’è tendenza a portare sui ps più grandi, se c’è un ps da 12 ore. Invece dobbiamo provare a sfruttare questi presidi al 100%, trovando un metodo corretto e dei criteri, magari spostandovi gli interventi più leggeri. Perché fino a quando un ps non è usato al cento per cento è difficile giustificare un’apertura h24. Facendo i conti con la dotazione di personale, con la speranza che con l’eliminazione del numero chiuso fra sei o sette anni ci sia un rinforzo. Ma nel frattempo occorre intervenire”.
“Nessuno chiude i reparti: chiudono perché non c’è personale - ha sottolineato l’assessore -. I concorsi vanno deserti. La volontà è tornare all’operatività dei reparti. Cercando personale in altre nazioni e lavorando con le Università”.
Il responsabile del reparto Radiologia di Ceva ha illustrato le funzionalità dell’osteodensitometro: “Macchina bella, che consente di fare esami importanti in particolare per anziani e donne in menopausa per scongiurare il rischio di fratture”.
Elena Merlatti, vicepresidente Fondazione Crc: “Siamo convinti che contribuire alla salute pubblica migliora le condizioni sociosanitarie della popolazione della provincia. È uno dei cinque settori rilevanti della nostra mission. Fondazione sostiene ma anche promuove progetti ed è attenta soprattutto alla prevenzione”.

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