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Caccia sospesa per quattro specie in Piemonte. Decisione del Tar che ha accolto il ricorso degli animalisti. Coldiretti: «Gravi conseguenze per la peste suina»

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Caccia sospesa in Piemonte. Decisione del Tar che ha accolto il ricorso degli animalisti

Foto di <a href="https://unsplash.com/it/@fredrikohlander?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Fredrik Öhlander</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/due-persone-

05/10/2024 - 10:25

Caccia sospesa in Piemonte. Il tribunale amministrativo regionale del Piemonte ha accolto l'istanza cautelare presentata da Oipa, Leal e Pro Natura, sospendendo il calendario venatorio 2024-2025 della Regione.

Irregolarità e mancata tutela della biodiversità La decisione del Tar è stata motivata dalla presenza di "diverse irregolarità" nel processo di approvazione del calendario venatorio, come sottolineato dalle associazioni ricorrenti. In particolare, è stata evidenziata la mancanza di trasparenza da parte della Regione Piemonte, che non ha pubblicato un documento fondamentale contenente le contro-motivazioni rispetto al parere dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Inoltre, il piano faunistico venatorio regionale risulta essere inadeguato, sollevando preoccupazioni sulla gestione di specie a rischio come la moretta, la pernice bianca e il fagiano di monte. 

In attesa di informazioni e indicazioni più precise relativamente alla sospensione dell’attività venatoria in Piemonte – per effetto del pronunciamento del TAR che ha accolto il ricorso di alcune associazioni animaliste – Coldiretti esprime grandissima preoccupazione per le conseguenze che ne possono derivare.

“In particolare - sottolineano Cristina Brizzolari presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale - rischia di subire un arresto inaccettabile l’attività di depopolamento dei cinghiali, con effetti disastrosi per il controllo della diffusione della PSA”.

LA RISPOSTA DELLA REGIONE

La Regione Piemonte comunica che, in ottemperanza al Decreto del Presidente del Tribunale amministrativo regionale n. 0011004 del 3 ottobre 2024, l’attività venatoria alle specie Moretta, Pernice bianca, Coturnice e Fagiano di monte è sospesa. L’attività venatoria per tutte le altre specie può proseguire secondo le modalità indicate nel calendario venatorio regionale 2024-25. Contestualmente la Regione Piemonte, attraverso l’Avvocatura regionale, ha depositato in data odierna presso il Tar Piemonte un’istanza con cui si chiede un tempestivo chiarimento sui dispositivi del decreto presidenziale suddetto.

Stanti le informazioni disponibili, risulterebbe possibile lo svolgimento dell’attività di controllo e contenimento ai sensi dell’art. 19 della legge n. 157/92, svolta dai soggetti abilitati il cui coordinamento è demandato alle amministrazioni provinciali. Attività di controllo nell’ambito della quale, in applicazione del PRIU della regione Piemonte, rientrerebbero anche gli interventi urgenti ed inderogabili.

Auspichiamo tuttavia - concludono Presidente e Delegato confederale di Coldiretti Piemonte - che la Regione faccia quanto prima chiarezza per evitare un’escalation dei danni alle produzioni agricole, un rischio reale alla pubblica sicurezza e un’ulteriore diffusione della PSA.

M5S PLAUDE ALLA DECISIONE DEL TAR

L'INTERVENTO DI Sarah Disabato, Capogruppo regionale M5S Piemonte, Alberto Unia, Consigliere regionale M5S Piemonte e Pasquale Coluccio, Consigliere regionale M5S Piemonte: «La pronuncia del Tar non ci stupisce affatto. Da anni combattiamo fra i banchi del Consiglio regionale contro i continui regali della Giunta Cirio alla lobby della caccia. Più volte abbiamo chiesto limitazioni all’attività venatoria, una regolamentazione più severa e rispettosa dell’ambiente da sviluppare insieme alle associazioni ambientaliste. Anche martedì scorso, durante la relazione del Garante per i diritti animali a Palazzo Lascaris, abbiamo chiesto di attenzionare la questione. Ma il Centrodestra ha sempre opposto un muro di gomma.
Nella prossima seduta del Consiglio regionale chiederemo chiarimenti puntuali a chi ha sempre dimostrato il suo disinteresse verso la biodiversità. Vogliamo comprendere al più presto se vi siano stati danni alla fauna selvatica, anche irreparabili, principalmente per le specie oggetto della pronuncia del Tar, che durante le ultime legislature abbiamo cercato di tutelare a più riprese.
L’epoca della caccia indiscriminata e del far west delle doppiette deve avere fine».

 

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