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Mondovì: famiglia Castagnino è "Giusta tra le Nazioni". Nascose l'ebreo Marco Levi ai nazifascisti

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07/11/2024 - 18:42

Sono i benefattori delle Nazioni del Mondo, più conosciuti come “Giusti Tra le Nazioni”: uomini e donne non ebrei, talvolta conosciuti e molto più spesso persone comuni che di fronte al sopruso nei confronti di un ebreo perseguitato hanno scelto di difendere la Vita. Sono stati nominati nel dicembre scorso i componenti della Famiglia Castagnino che salvarono Marco Levi, l’ultimo ebreo della città di Mondovì sopravvissuto grazie al coraggio della famiglia della Val Corsaglia: lo nascosero dai nazifascisti rischiando la vita. Giovedì mattina si è svolta a Mondovì, al Museo della Ceramica, la cerimonia di consegna del riconoscimento, alla presenza di Raphael Singer, Capo dipartimento Economico dell’Ambasciata di Israele a Roma, di Dario Disegni, presidente della Comunità Ebraica di Torino, di Guido Neppi Modona, del prefetto di Cuneo Mariano Savastano e del questore Carmine Rocco Grassi.

La famiglia Castagnino è stata riconosciuta dal Memoriale della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme, unico ente al mondo a concedere una medaglia al valore civile a favore di chi ha rischiato la propria vita per proteggere – e salvare - quella di un ebreo perseguitato.

LA STORIA

Giovanni Castagnino, nato a Mondovì nel 1886, carbonaio e agricoltore, noto per la sua generosità nell’accogliere i viandanti, nascose nella sua casa, a rischio della vita ed in forma disinteressata, per diciannove mesi, dall’ottobre 1943 all’aprile 1945, l’ebreo Marco Levi, direttore della fabbrica di ceramica Vedova Besio e Figlio, già colpito dalle leggi razziali del 1938, salvandolo dalla deportazione in Germania. Insieme a Giovanni Castagnino, la sua famiglia: la moglie Maria, le quattro figlie bambine, la sorella Marietta e il fratello Luigi. La casa era isolata, nei boschi sopra Fontane, a Campi Manera, frazione di Frabosa Soprana. Durante il rastrellamento dell’inverno del 1944 Marco Levi fu nascosto in un anfratto poco distante, e sfamato da Maria con rocamboleschi stratagemmi per non destare sospetti. La famiglia subì diverse perquisizioni delle truppe tedesche, che misero più volte sottosopra la casa tenendo il mitra spianato su Giovanni e Maria e sulle bambine, che nonostante questo mai tradirono la presenza di quel giovane uomo che condivideva con loro la frugale vita quotidiana. Evidente è il rischio che la famiglia corse in quell’anno e mezzo, così come sono encomiabili le premure per il giovane ebreo, a cui fu permesso, nonostante la povertà della famiglia, di rispettare le norme alimentari ebraiche (usando ad esempio il tarassaco come “erbe amare” per il pranzo rituale della Pasqua).

L'intervista al rappresentante dell'Ambasciata israeliana la trovate QUI 

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