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Mondovì, presentazione: nuovo Fondo Storico, contenuto culturale che riempie le ex Orfane

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08/02/2025 - 15:25

Oggi, sabato 8 febbraio, la presentazione: anche per dire che l’intervento per l’allestimento avverrà nella primavera del 2026, sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (500mila) e da Banca Intesa Sanpaolo (300mila). È il nuovo Fondo Storico della Città di Mondovì che dalla Biblioteca si sposterà nel contenitore “non più vuoto, ma riempito da arte e cultura”, hanno detto il sindaco Luca Robaldo e l’assessore Francesca Botto. I lavori sono iniziati nel 2017, con un contributo di 2 milioni grazie al bando 'Faro' di Fondazione CRC, oltre risorse comunali, cui si è aggiunto oltre 1 milione a valere sul PNRR, e  i primi interventi si sono conclusi nel 2022. Al piano terra piombo (Museo della Stampa), al primo piano carta (patrimonio storico librario) e poi le sale per eventi, convegni, mostre e residenze d’artista. Alla presentazione sono intervenuti anche Michele Coppola, executive director Arte, Cultura e Beni Storici di Banca Intesa Sanpaolo, Marzia Dina Pontone, in collegamento, dirigente della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e della Valle d'Aosta, Stefano Benedetto, direttore dell’Archivio di Stato di Torino e già dirigente ad interim della Soprintendenza Archivistica, Mauro Gola, presidente della Fondazione Crc, il vescovo di Mondovì, monsignor Egidio Miragoli, Ezio Raviola, della Fondazione Compagnia di San Paolo.

IL FONDO STORICO

È la memoria della Città di Mondovì e conta circa 25 mila libri antichi in cui si ospitano i volumi di quando la stampa era agli albori. Con questo tesoro ci sono anche 127 manoscritti, 52 incunaboli e 888 cinquecentine. La prima fase del censimento di questi beni passa attraverso la catalogazione di 1500 volumi, tra cui l’abbecedario tedesco acquerellato a mano risalente al sei-settecento o la copia originale del Perotti, il monregalese che in epoca napoleonica introdusse l’arte ceramica a Mondovì. E ancora l’Atlante geografico Veneto del 1690, forse esemplare unico, o la copia settecentesca dell’Encyclopedie

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