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Mondovì, tensione rientrata: dialogo e responsabilità evitano lo scontro culturale

Episodio in analisi del tavolo sulla pubblica sicurezza in Prefettura

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Mondovì, tensione rientrata: dialogo e responsabilità evitano lo scontro culturale

03/04/2025 - 06:59

Una situazione potenzialmente complicata si è trasformata in un’occasione di confronto e riflessione. È il bilancio emerso dal vertice sulla sicurezza pubblica convocato ieri in Prefettura a Cuneo, a seguito dei fatti avvenuti domenica pomeriggio a Mondovì, dove una lite tra vicini ha momentaneamente acceso gli animi, ma non ha scalfito il tessuto sociale della città.

L’episodio, che ha coinvolto l’imam della comunità islamica e un vicino di casa di origine romena, ha inizialmente generato preoccupazione: un gruppo di persone si è radunato sotto l’abitazione del religioso, chiedendo chiarezza sull’accaduto. Un presidio spontaneo, ma potenzialmente delicato, che ha richiesto l’intervento dei Carabinieri e il coinvolgimento dell’Amministrazione comunale per garantire che tutto si svolgesse senza tensioni. E così è stato.

“È stato giusto approfondire, e ringrazio il Prefetto per la prontezza con cui ha convocato il tavolo sulla pubblica sicurezza” ha dichiarato il sindaco di Mondovì, Luca Robaldo. “L’incontro ci ha permesso non solo di fare chiarezza sui fatti, ma anche di avviare riflessioni fondamentali sul tema dell’integrazione e della coesione sociale, che in una città come la nostra restano priorità imprescindibili”.

Dopo i fatti di domenica le comunità coinvolte hanno dimostrato maturità e responsabilità. Il presidente della comunità islamica, Bouzerda Mohamed, ha espresso parole di apertura e di distensione:

“L’episodio ha colpito profondamente la nostra comunità, ma anche l’intera città. Non si tratta di religione né di origini: il vero tema è il contributo che ognuno può offrire per fare di Mondovì una città più giusta, inclusiva e libera da ogni forma di discriminazione. Ci scusiamo se la nostra reazione ha generato preoccupazione: l’intenzione era solo quella di tutelare la nostra guida religiosa. Ringraziamo le istituzioni per l’equilibrio con cui è stata gestita la situazione. Confidiamo nella giustizia”.

Un messaggio distensivo è arrivato anche dalla comunità rom, che ha voluto esprimere vicinanza all’imam e alla sua famiglia, sottolineando in una nota come si sia trattato semplicemente di “una lite tra vicini, che non sarebbe mai dovuta sfuggire di mano, tanto meno davanti a donne e bambini”. E aggiungono: “Non abbiamo alcun pregiudizio verso la cultura musulmana. Ci scusiamo per l’accaduto e ribadiamo la volontà di continuare a vivere in armonia, come sempre”.

 


Ora la vicenda è tornata alla sua dimensione originaria: una questione privata, affidata alle autorità giudiziarie attraverso le opportune querele di parte.

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