Gli intervenuti al convegno e l’allevatore monregalese Damiano Revelli
20/04/2025 - 17:45
di g.b.Rulfi
«Con il declassamento dei lupi da “specie strettamente protetta” a “specie protetta”, un primo passo può essere compiuto verso il contenimento di questi predatori». I relatori intervenuti venerdì sera ai “Sociu” di Villanova per illustrare le problematiche connesse al declassamento del lupo, sono espliciti: «La convivenza fra lupi e pastori è impossibile». Parole forti che suscitano un coro di consensi e di applausi da parte di oltre 150 partecipanti alla serata. Giovanni Dalmasso, presidente dell’associazione per la difesa degli alpeggi in Piemonte, spiega: «Oggi il problema è molto più grave di quanto non fosse alcuni anni fa. Se il “Piano Lupo” passa in Regione prima del “declassamento”, avremo una situazione ingessata per almeno 10 anni. La popolazione di questi grandi predatori aumenta del 25 – 30% ogni anno e la situazione è particolarmente grave nel Monregalese. Si dice che i lupi in Piemonte siano 5-600, ma sono dato sottostimati. In realtà sono almeno duemila. L’Italia è la nazione con più lupi in Europa». Silvio Chionetti vicedirettore confederazione agricoltori di Cuneo: «Si era detto che i lupi non si sarebbero mai spostati nelle zone di pianura ed avrebbero limitato il numero di caprioli e di cinghiali, invece si è verificato il contrario». Deciso anche l’intervento del segretario di zona di Confagricoltura Valter Roattino: «Il declassamento del lupo è una prima risposta al problema dei predatori. Non vogliamo abbattere tutti i lupi, ma iniziare a limitarne la diffusione. Inoltre, i danni causati non debbono essere pagati con soldi stanziati per la politica agricola, ma debbono essere presi dai “progetti lupo”». «I lupi causano danni anche ai cacciatori – ha proseguito Chiara Petrini – perché nel corso delle battute, spesso i nostri cani vengono massacrati». Smentita anche la convinzione che i lupi non attaccano le persone. «Abbiamo molti casi documentati di aggressioni a persone adulte e bambini – è stato detto -, ma nessuno ne parla. Anche il caso della pastora attaccata in alta Valle Ellero è stato insabbiato». Le motivazioni che stanno alla base del declassamento del lupo sono quindi state illustrate dall’on. Francesco Bruzzone, mentre il senatore Giorgio Bergesio ha sottolineato l’importanza di velocizzare l’applicazione della normativa di sostegno al reddito degli agricoltori. Il convegno è stato concluso dall’allevatore monregalese Damiano Revelli rappresentante degli agricoltori autonomi. «Alle autorità intervenute questa sera – ha detto – chiediamo di metterci in contatto con gli amministratori regionali che ci ignorano completamente. Si debbono velocizzare le pratiche sui risarcimenti ed occorre attuare una politica agricola fondata su elementi concreti». Nel corso della serata è stata anche ipotizzata la possibilità di organizzare nuove forme di protesta. «Non porteremo - è stato detto – mille pecore in piazza Castello a Torino, ma faremo sentire il suono dei campanacci direttamente nel palazzo della Regione».
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