Il pronto soccorso dell'ospedale di Ceva
04/05/2025 - 10:43
Il Consiglio dell'Unione Montana Alta Val Tanaro ha approvato all'unanimità un documento, nato da una proposta dei consiglieri Bottero e Fuschi e successivamente integrato, che denuncia con forza i crescenti disservizi sanitari che affliggono i residenti della valle. La missiva, indirizzata all'assessore alla Sanità della Regione, Riboldi, al presidente della Provincia Robaldo e al direttore generale dell'ASLCN1 Guerra, fa eco alle preoccupazioni espresse dagli amministratori locali. Il documento elenca una serie di problematiche concrete che impattano negativamente sulla vita dei cittadini. In primo luogo, si sottolinea come “sempre più spesso molti cittadini dell'Alta Val Tanaro e della Valle Bormida sono costretti, loro malgrado, a ricorrere a strutture sanitarie private per poter avere, in tempi utili e ragionevoli, prestazioni ed esami necessari e spesso urgenti”. Una situazione che costringe i residenti a sostenere costi aggiuntivi e disagi.
Un altro punto critico riguarda la frequente proposta di “prestazioni ordinarie in strutture distanti più di cento chilometri, con costi e disagi spesso insostenibili, soprattutto per le persone anziane, che rappresentano una quota rilevante della nostra popolazione”.
Il Consiglio dell'Unione Montana segnala inoltre come in alcuni casi “non vengono neppure fissati gli appuntamenti per le visite stabilite, o vengono indicati tempi improponibili”. A ciò si aggiungono le gravi criticità legate alla “chiusura notturna del punto di Pronto Soccorso dell'Ospedale di Ceva e il sovraffollamento, con conseguente intasamento, di quello di Mondovì”, che incidono sulla gestione delle emergenze.
Infine è denunciata la “chiusura pomeridiana del laboratorio analisi dell'Ospedale di Ceva”, percepita come un disservizio sia operativo che economico.
L'Unione Montana auspica che le recenti disposizioni per incrementare le visite nel sistema sanitario pubblico possano effettivamente “ridurre drasticamente il ricorso ai “gettonisti”, per una miglior funzionalità e una riduzione dei costi della sanità pubblica”.
Si sottolinea con forza anche la “necessità che la riforma del sistema dei medici di base, attualmente in discussione, non comporti un'ulteriore ridimensionamento delle prestazioni nelle aree periferiche e consenta il mantenimento degli ambulatori medici nei nostri Comuni, distanti dalle progettate Case della Salute e caratterizzati da una presenza rilevante di persone anziane e da una notevole dispersione territoriale”.
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