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Nuovi tecnici speleologici del Soccorso Alpino: superano gli esami anche nella Grotta di Bossea

Simulato il cedimento del sistema di recupero nelle viscere della terra

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Nuovi soccorritori speleologici del Soccorso Alpino: superano gli esami anche alla Grotta di Bossea

29/09/2025 - 15:43

Fine settimana intenso di formazione e verifica ha visto protagonisti, il 27 e 28 settembre 2025, gli aspiranti tecnici della I Delegazione Speleologica (Piemonte e Valle d’Aosta) del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS). L’evento, articolato in due fasi distinte, ha avuto come teatro l’impegnativo Abisso Bacardi, sulla parete nord della Cima Artesinera, e la vicina Grotta Turistica di Bossea, entrambe nel comune di Frabosa Soprana.

Le prove nell’Abisso Bacardi

L’ingresso dell’Abisso Bacardi si apre a 1785 metri di quota ed è caratterizzato da uno sviluppo verticale con passaggi tecnici severi: uno stretto meandro iniziale, seguito da una prima serie di pozzi di 90, 20 e 45 metri. È qui che gli aspiranti soccorritori hanno affrontato l’esame pratico previsto al termine del primo anno di addestramento, sotto la supervisione di istruttori nazionali della Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Speleologico (SNaTSS).

L’esame consisteva nel recupero in sicurezza di due barelle - ognuna con un figurante che simulava un infortunato - lungo i tratti verticali della cavità. Una prova impegnativa, utile a testare capacità tecniche, lavoro di squadra e gestione delle difficoltà operative in profondità.

La formazione nella Grotta di Bossea

La seconda parte dell’evento si è svolta alla Grotta di Bossea, dove i tecnici in formazione hanno potuto partecipare a un’importante sessione collettiva dedicata alla sicurezza degli ancoraggi. Con il coordinamento di istruttori regionali e nazionali, sono state simulate situazioni di cedimento controllato dei sistemi di recupero su corda, osservando gli effetti dinamici sul carico – rappresentato da un masso di 80 kg in sostituzione della barella.

I test hanno permesso di verificare il comportamento di diverse corde e materiali, grazie all’uso di celle di carico che misuravano le sollecitazioni. Sono stati valutati sia i sistemi verticali, utilizzati per il recupero lungo i pozzi, sia le teleferiche suborizzontali, necessarie per superare ampie cavità nel vuoto. L’obiettivo: garantire che un singolo cedimento non possa mai compromettere la sicurezza dell’infortunato e dei soccorritori.

Un percorso formativo rigoroso

Il percorso di addestramento del CNSAS, standardizzato a livello nazionale e coordinato dalla SNaTSS, è strutturato in più anni e combina prove teoriche e pratiche sempre più impegnative. Superati gli esami annuali, gli allievi accedono alle fasi successive fino a conseguire la qualifica di tecnico di soccorso speleologico. Successivamente possono specializzarsi in discipline specifiche, continuando comunque a partecipare a eventi formativi periodici e a sottoporsi a verifiche triennali per mantenere la propria abilitazione.

 

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