03/11/2025 - 11:44
Riceviamo e pubblichiamo.
«Il 27 ottobre il Consiglio dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime non ha potuto deliberare per mancanza del numero legale. È un episodio che mostra quanto sia fragile la situazione di un Consiglio formalmente insediato ma ancora incompleto, e quanto questo immobilismo rischi di pesare sul funzionamento degli enti e dei servizi che da essi dipendono.»
Lo dichiara la consigliera regionale di Alleanza Verdi Sinistra, Giulia Marro, che ha portato la questione all’attenzione della Giunta regionale nel Question Time presentato martedì scorso durante l’ultima seduta del Consiglio regionale.
«Con questo intervento — spiega Marro — ho voluto richiamare l’attenzione su una questione che, pur riguardando un singolo Ente, tocca un tema più ampio: il buon funzionamento delle nostre istituzioni territoriali e la capacità di garantire continuità nella gestione dei beni comuni.»
Il Consiglio dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime è infatti ancora privo del rappresentante delle associazioni agricole.
La legge regionale n. 19 del 2009, “Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità”, prevede che i consigli degli enti parco vengano rinnovati entro sei mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio regionale. Tuttavia, a distanza di mesi dalla nomina degli altri componenti, questa designazione non è ancora avvenuta.
«Un ritardo che pesa — sottolinea Marro — perché l’Ente Parco non è una struttura qualsiasi. Le Aree Protette delle Alpi Marittime rappresentano un sistema di parchi, riserve naturali e siti della Rete Natura 2000 che custodiscono un patrimonio ambientale e culturale unico nel sud del Piemonte. Dal 2015 la gestione è affidata a questo soggetto unitario, oggi anche Centro regionale di riferimento per i grandi carnivori, gli avvoltoi e i rapaci alpini, oltre che incaricato della gestione dell’Ecomuseo della Segale di Sant’Anna di Valdieri.»
L’Ente ha il compito di tutelare la biodiversità, promuovere la fruizione sostenibile del territorio e valorizzare le attività agricole e turistiche locali.
«Proprio per questo — aggiunge Marro — la rappresentanza del mondo agricolo nel Consiglio non è una formalità, ma un elemento fondamentale di equilibrio tra tutela ambientale e attività produttive.»
«La mancanza di un Consiglio pienamente operativo — prosegue — aumenta il rischio di nuovi episodi in cui non si raggiunge il numero legale e decisioni importanti vengono rinviate. Un immobilismo che finisce per toccare anche luoghi simbolici e preziosi come il Centro Uomini e Lupi di Entracque, che ho visitato ieri con la mia famiglia.»
Il Centro Uomini e Lupi, dedicato al rapporto tra l’uomo e il lupo, è un punto di riferimento per la divulgazione scientifica e l’educazione ambientale.
«Proprio in questi giorni — precisa Marro — l’accordo tra l’Ente Parco e la cooperativa che gestisce il Centro è in scadenza e deve essere rinnovato, ma serve un Consiglio pienamente operativo per poterlo fare in modo regolare. È un esempio concreto di come i ritardi nelle nomine possano tradursi in incertezze per progetti e strutture che danno valore al territorio.»
«Luoghi come il Centro Uomini e Lupi — conclude Marro — mostrano quanto la tutela della natura richieda continuità, competenza e responsabilità. Tenerli in bilico per inerzia amministrativa e mancanza di nomine è un errore che si ripercuote direttamente sulle comunità che vivono e custodiscono queste montagne.»
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