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Riboldi (Regione): «Non vendo fumo: pronto soccorso ospedale di Ceva non potrà riaprire h24»

Venerdì l’assessore alla Sanità sarà a Garessio su invito del Co.di.ce.

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Riboldi (Regione): «Non vendo fumo: pronto soccorso ospedale di Ceva non potrà riaprire h24»

Mottinelli (sindaco di Ceva), Riboldi (assessore regionale alla Sanità), Guerra (dg AslCn1)

19/11/2025 - 12:31

di g.sca.

«È inutile prendere in giro i cittadini. Bisogna dire le cose come stanno. L’apertura h24 del pronto soccorso dell’ospedale di Ceva è una funzione che oggi non si può mettere a terra per vari motivi. Il primo è che non ci sono medici ed infermieri, nel momento in cui la linea guida è fare a meno dei gettonisti perchè la legge non lo permette più». L’assessore regionale Federico Riboldi (Sanità) è chiaro, senza mezze misure parla di “onestà intellettuale verso i cittadini”. La ragione? Venerdì 21 novembre alle 17,30 nella Casa dell’Amicizia di Garessio Borgo il Co.Di.Ce. (Comitato difesa ospedale di Ceva) è tornato a chiedere a gran voce la riapertura del punto di soccorso 24 ore al giorno (oggi è aperto al mattino e d al pomeriggio) per il nosocomio di riferimento del territorio cebano fino al confine con la Liguria. Un incontro supportato da enti come Federconsumatori e Croce Bianca Ceva. L’assessore Riboldi parteciperà, ma, dice, “intendo parlar chiaro altrimenti prenderemmo in giro i cittadini”. E aggiunge: «L’ospedale di Ceva deve trovare una sua vocazione e collocazione e la fisseremo insieme al territorio. Non sono solito, però, spargere germe populista dicendo cosse che non possono essere realizzate. Sono stato sindaco anch’io e so quanto sia importante fornire certezze ai cittadini. Spiace, piuttosto, ci sia qualche cattivo maestro che racconta ai cittadini che è più sicuro avere un piccolo pronto soccorso con pochi passaggi in una realtà dove non ci sono le strutture di emergenza che accompagnino il pronto. Il nostro compito è dire la verità». «La nostra richiesta è la medesima che portiamo avanti da anni e trova fondamento in reali esigenze di sicurezza per chi vive nel Cebano, nell’Alta Val Tanaro, in Val Mongia e nelle zone limitrofe», scrive Davide Prato, presidente del Comitato. L'appello si basa su numeri e distanze che, in caso di emergenza, possono fare la differenza tra la vita e la morte. Prato sottolinea l'isolamento geografico della zona: «Tra Mondovì e Savona ci sono quasi 70 km, e il nostro è l'unico pronto soccorso in mezzo».

 

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