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Riboldi (Regione) ribadisce: “Il futuro del pronto soccorso di Ceva non potrà essere H24, puntare sul piano di potenziamento dell'ospedale”. Critiche dalla consigliera regionale Marro e Prato (Co.di.ce.)

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Riboldi (Regione) ribadisce: “Il futuro del pronto soccorso di Ceva non potrà essere H24, puntare sul piano di potenziamento dell'ospedale”. Critiche dalla consigliera regionale Marro e Prato (Co.di.c

22/11/2025 - 16:26

di Muriel Bria

Un piano, concordato tra Regione, Co.di.ce. e Unioni montane del territorio in cui elencare possibili soluzioni per garantire la sicurezza degli abitanti di Cebano e Valle Tanaro in ambito sanitario. E’ la proposta, avanzata venerdì dall’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi nel corso dell’incontro pubblico che si è tenuto nella Casa dell'Amicizia di Garessio Borgo, organizzato dal Co.Di.Ce. (Comitato Difesa Ospedale di Ceva), con il supporto di Federconsumatori e Croce Bianca Ceva. Il dibattito, incentrato sul tema cruciale del futuro del pronto soccorso di Ceva, ha registrato una folta partecipazione di cittadini e amministratori locali. Nel pubblico anche i vertici dell’Asl Cn1, con il direttore Giuseppe Guerra.
A fare chiarezza sulla questione Pronto soccorso Ceva è intervenuto l'assessore regionale alla Sanità, Riboldi, le cui dichiarazioni hanno spento le speranze di una riapertura H24 del punto di primo soccorso del presidio cebano.
Riboldi non ha usato mezzi termini, parlando di "onestà intellettuale verso i cittadini".


«È inutile prendere in giro i cittadini. Bisogna dire le cose come stanno. L’apertura h24 del pronto soccorso dell’ospedale di Ceva è una funzione che oggi non si può mettere a terra per vari motivi. Il primo è che non ci sono medici ed infermieri, nel momento in cui la linea guida è fare a meno dei gettonisti perché la legge non lo permette più», ha dichiarato l'assessore che ha ribadito l'intenzione di definire una nuova e sostenibile identità per l'ospedale. Riboldi ha sottolineato inoltre che “la crisi non è solo economica, ma legata soprattutto alla carenza di personale sanitario a livello nazionale” ed ha proposto “un approccio basato sul potenziamento dei servizi e sulla rete d'emergenza”, annunciando anche importanti investimenti su Ceva: una nuova TAC da 128 slice, la MOC (mineralometria ossea computerizzata) e 6 milioni di euro per l'antisismica. Soprattutto, ha confermato la realizzazione a Ceva di due strutture chiave previste dal PNRR, con completamento previsto per l'aprile 2026: una Casa di Comunità, poliambulatorio avanzato per la cronicità, la diagnostica di base e l'assistenza sociale, ed un Ospedale di Comunità, struttura con posti letto per la convalescenza post-intervento, liberando gli ospedali di alta intensità.
A sua volta il territorio ha ribadito la sua richiesta storica: la tutela dell’ospedale di Ceva è un Pronto soccorso aperto H24. Davide Prato, presidente del Co.Di.Ce. e moderatore dell'incontro, ha sottolineato come l'appello trovi fondamento nelle reali esigenze di sicurezza per chi vive nel Cebano e nell'Alta Val Tanaro: «Tra Mondovì e Savona ci sono quasi 70 km, e il nostro è l'unico pronto soccorso in mezzo. L'isolamento geografico in un'area riconosciuta come "ospedale di area disagiata" rende le lunghe distanze un fattore critico in caso di emergenza grave».
Il sindaco di Garessio, Luciano Sciandra, ha espresso la forte preoccupazione dei Comuni: «Se la risposta non può essere il Pronto Soccorso H24, allora la Regione deve impegnarsi a mettere in campo soluzioni credibili e immediate di medicina oglio sottolineare con forza che il Pronto Soccorso di Ceva resterà operativo e che il nuovo Piano Socio-Sanitario 2025-2030 è un progetto duraturo e ambizioso che mira alla razionalizzazione e all'integrazione tra sanità e sociale, senza abbandonare i presidi territoriali. d’urgenza avanzata sul territorio».

Il sindaco di Ceva, Fabio Mottinelli, ha sottolineato “l'urgenza di definire il ruolo strategico del presidio ospedaliero all'interno della rete regionale”. Ha ribadito che “il Pronto Soccorso di Ceva deve tornare a lavorare a pieno ritmo, anche perché la cura di patologie meno complesse a Ceva non solo garantirebbe un presidio costante sul territorio, ma contribuirebbe in modo cruciale ad evitare la saturazione del Pronto Soccorso di Mondovì”. Mottinelli ha lodato l'approccio dell'assessore regionale alla Sanità, Riboldi, “che in un solo anno ha visitato tre volte l'ospedale e ha avviato un dialogo continuo, aperto e trasparente con sindaci e cittadini.

La Consigliera regionale Federica Barbero: «il Pronto Soccorso di Ceva resterà operativo e che il nuovo Piano Socio-Sanitario 2025-2030 è un progetto duraturo e ambizioso che mira alla razionalizzazione e all'integrazione tra sanità e sociale, senza abbandonare i presidi territoriali».

«La domanda è semplice: la Regione vuole accompagnare le aree interne verso un declino inevitabile, o vuole davvero scommettere sul loro ripopolamento?». Così la consigliera regionale di Alleanza Verdi Sinistra Giulia Marro che ha proseguito: «Tra Ormea e Mondovì ci sono 50 minuti di strada. Tra Mondovì e Savona ci sono 70 chilometri senza alcun presidio intermedio. Le ambulanze non possono sostituire un Pronto soccorso: i volontari non possono garantire turni h24 e l’elisoccorso, pur prezioso, non è attivo con ogni condizione meteo né può essere utilizzato come risposta strutturale. Qui serve un Pronto soccorso vero, giorno e notte».

Inoltre, il consigliere regionale di opposizione Mauro Calderoni ha rimarcato come “le comunità montane paghino le stesse tasse dei centri urbani senza godere degli stessi servizi”.
L'incontro si è chiuso con un'apertura al dialogo costruttivo e alla ricerca di soluzioni alternative. L'assessore Riboldi si è detto disponibile ad instaurare, come suggerito dal Co.di.ce.c una collaborazione con la Liguria: “Lavorare con la Regione Liguria per integrare l'assistenza sanitaria di confine”.
Inoltre Riboldi ha sottolineato che la Regione “sta lavorando al potenziamento dell’elisoccorso”, con l’aumento del numero delle piazzole che verranno dotate di dispositivi di emergenza come i massaggiatori cardiaci. L’impegno riguarda anche il Corpo Logistico Sanitario, con la creazione di un servizio gratuito di trasporto leggero per i cittadini che devono recarsi in ospedali lontani per prestazioni programmate, con investimenti su associazioni, come Auser, che già sono impegnate su questo fronte.
Riboldi ha lanciato una proposta operativa: lavorare congiuntamente con il Co.Di.Ce. e gli amministratori locali per elaborare un progetto realizzabile, e tornare a presentarlo a Ceva nel mese di gennaio, indicativamente il 21, con l'obiettivo di trovare soluzioni utili a migliorare le condizioni di sicurezza generale, sebbene l'ipotesi di un pronto soccorso H24 sembri definitivamente tramontata.

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https://www.provinciagranda.it/home/2025/11/19/news/riboldi-regione-non-vendo-fumo-pronto-soccorso-ospedale-di-ceva-non-potra-riaprire-h24-22759/

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