02/11/2022 - 18:27
“Fermate il mondo, voglio scendere”, diceva in un vecchio spot pubblicitario Ernesto Calindri quando desiderava fermare il turbinio di cose che accadevano intorno a lui. E beveva un Cynar, aperitivo d’antan. Le “cose” che girano intorno al nuovo governo di Giorgia Meloni sono tante: la norma anti rave, il tempo sospeso per il carcere ostativo, le noie di chi indica Predappio per attaccare il nuovo esecutivo ed i rigurgiti della destra estrema, i nuovi sottosegretari e vice ministri, le navi ong con i migranti in attesa tra Malta e Lampedusa. Fermi tutti, viene da dire al cittadino comune: ma non si doveva partire dalle bollette? “Tempo al tempo” rispondono i comunicatori vicini alla Meloni, nel senso che questi erano provvedimenti considerati urgenti. In effetti per il carcere ostativo (prevede che i condannati per alcuni reati gravi, in particolare mafia e, terrorismo non abbiano la possibilità di accedere ad alcun beneficio) l’8 novembre era previsto un pronunciamento della Corte Costituzionale, sperando che in 60 giorni il Parlamento arriverà a conclusioni su un provvedimento voluto da Giovanni Falcone. Con i primi provvedimenti decisi, il sospetto è che il governo abbia fatto concessioni all’elettorato di destra perché la trattazione dei temi economici non saranno così semplici da far digerire. A chiunque. Non resta che attendere decisioni su bollette ed economia. Quello geopolitico sarà, però, uno dei terreni più delicati sui quali si dovrà misurare il prossimo governo. Considereremo subito: giovedì il presidente Meloni sarà a al cospetto dei vertici delle istituzioni europee. Il mondo non si ferma e nessuno può scendere: non c’è tempo.
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