25/04/2023 - 21:01
di g. sca.
Una lezione di storia, un monito per il futuro, un insegnamento per i giovani: di stile, di conoscenza. Il Presidente Sergio Mattarella ha incantato Cuneo, la “Granda”, Borgo San Dalmazzo e Boves: in un pomeriggio ha racchiuso, con una presenza istituzionale di sostanza, significati profondi legati al 25 Aprile, alla Liberazione. Ha “toccato” la storia citando personaggi della Resistenza cuneese, ma ha anche nominato tutti i Comuni insigniti di Medaglie al Valore, tra cui Mondovì, Villanova, Clavesana, la stessa Cuneo ed altri ancora. “La Repubblica si inchina ai Comuni e alle comunità”, ha detto e la sala gli ha tributato lunghi applausi. Mattarella si conferma Capo dello Stato che unisce, mentre è la politica che sta intorno a lui a cercare e trovare occasioni di divisione. Un’occasione bellissima quella di martedì, vissuta dalla “Granda” come una grande opportunità per parlare di libertà e di valori che la Carta costituzionale racchiude. Sono gli stessi che hanno indotto questo giornale, nel ventennio fascista, a chiudere i battenti per non essere costretto ad omologarsi con l’informazione del regime: “sospensione delle pubblicazioni per ordine del Fascio”. Nei numeri precedenti la sospensione delle pubblicazioni per ordine del Fascio, si legge una succinta cronaca dell’incarico regio a Mussolini per formare il nuovo governo e della sfilata dei fascisti per le vie di Roma. Sono inoltre pubblicati i comunicati del Fascio locale e viene data notizia degli incontri di Mussolini capo del governo e non ancora duce. La voce della “Gazzetta di Mondovì” si spense durante il grigiore ed i drammi del Ventennio. Riaprì solo al termine della guerra ritrovando quel carattere liberale che lo ha contraddistinto fin dalla nascita, nel lontano 1869. Il primo numero del dopoguerra fu firmato da due esponenti del mondo politico locale, entrambi liberali e laici, entrambi legati alla guerra di Liberazione: l’avvocato Egidio Fazio (direttore) ed il professor Giovanni Bessone, vicedirettore. Con il suo intervento, Mattarella ha fatto ricordare, con orgoglio, la nostra stessa storia. Grazie Presidente, il suo modo di porsi nei confronti dell’Italia, delle nostre terre e dei suoi eroi mette in secondo e terzo piano tutto il “vociare inutile” che troppo spesso accompagna il 25 Aprile.
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