Drammi nel nulla

Due storie, entrambe intrise di tragedia. Hanno tenuto con il fiato sospeso e con il cuore gonfio di tristezza giorni di afosa estate nel Monregalese. A Ferragosto, a San Michele Mondovì, una persona scaglia dardi da un balcone contro la propria madre, con l’intento di ucciderla, e contro i carabinieri che, poi, lo dissuadono. Qualche ora e una manciata di chilometri più in là, Sacha, 21 anni, uccide il padre ed il medico che li ospitava a Montaldo di Mondovì. La diversità delle storie è raccontata in questo numero dalle pagine di cronaca. Colpiscono le situazioni di disagio dei protagonisti, in negativo, per cui fantasmi, ombre e buio della mente prevalgono e diventano ferocia senza freni. Colpisce la mancanza che è denominatore comune nelle storie che ora si dipanano tra sanità, carcere ed aule di tribunale. Manca un pezzo fondamentale: c’è il nulla tra famiglia e strutture psichiatriche. Chi si prende cura di queste persone quando né l’una, né le altre possono occuparsene in modo efficace e continuo? Nessuno, nessuna struttura. È anche in quel limbo che si generano, oltre che in “menti difficili”, tragedie, sofferenze, fatti di cronaca finiti nel sangue o, per fortuna, in una soluzione mediata da forze di polizia capaci. I fantasmi e le ombre tornano, meno se c’è chi si prende cura di loro.