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La misura del social

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22/01/2024 - 12:10

di g. sca.

Lì non si scherza, lì si gioca la partita delle emozioni, quelle buone e quelle cattive. Amori, odi, sentimenti della natura umana trovano sfogo su quella piazza e di fronte c’è solo una tastiera ed uno schermo. Si può perfino essere anonimi diventando così “leoni da tastiera”. Chi opera nel mondo della comunicazione sa da tempo che è un ambiente in cui occorre usare cautela a rischio di tragedie. Chi non ha preparazione strutturata per capire i meccanismi di ciò che si scrive, può perdersi in modo pericoloso. Non si può nemmeno prendere una vicenda dolorosa come quella di Lodi per farne un paradigma. La velocità con cui si sono svolti i fatti è micidiale: una donna ha perso la vita pochi giorni dopo la ribalta, ora dei nessi si occupa la giustizia. Dov’è quel “lì”? L’agorà ateniese? Il Parlamento? Un convegno? Una trasmissione di approfondimento tv? Le pagine di un giornale? No, è la dimensione eterea, ma materiale, impalpabile ma percepibile, virtuale ma reale dei social: lì vivi o muori nel giro di poco tempo e gli esempi, ora, fioccano, più visibili solo perché più noti. Si cercano colpevoli? Giusto, ma ciò che è chiaro è che si è perso il senso della misura.

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