Auschwitz (Foto Pexels)
24/01/2024 - 07:11
di g. sca.
Quella del 27 gennaio è l’unica ricorrenza civile festeggiata in tutta l’Unione Europea. Più si avvicina la data del “Giorno della Memoria”, più ci si domanda quale tipo di atteggiamento ci sarà nel mondo nel “post 7 ottobre 2023” che è e sarà spartiacque nella storia moderna dal punto di vista storico e culturale. Perché il 27 gennaio non riguarda solo il mondo ebraico, certo vittima prima ed assoluta, se non unica, della Shoah. Interessa chiunque di noi perché ha a che fare con il nostro modo di concepire il passato, guardando al futuro. Anche ciò che accade in Ucraina è un attacco alla memoria dell’Europa che si è voluta costruire dopo il secondo conflitto mondiale. E si combatte ancora. Il “Giorno della Memoria” è stato istituito nel 2000 per ricordare la liberazione del campo di Auschwitz. È relativamente giovane, per questo la memoria deve essere ribadita soprattutto nei giovanissimi e la città di Mondovì fa bene ad organizzare eventi per “fare memoria” coinvolgendo le scuole. A noi adulti un compito non facile. Usare le parole giuste, con equilibrio, perseguendo, prima di tutto, un percorso di pace.
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