14/02/2024 - 23:49
di g. sca.
Il Festival di Sanremo 2024 ha insegnato alcune cose. Per quelli della Generazione X come me (al limite dei boomer) è stato ancora una volta il corso di aggiornamento annuale sugli stili della musica che cambiano. Per gli adolescenti la novità consiste nel fatto di averli radunati (come negli Anni Sessanta) nelle case di fronte ad una tv. Ha consentito a tutti di uscire dall’universo parallelo in cui spesso ci si racchiude: ascolto il mio genere musicale, non ascolto altro. Inutile fare quelli che “storcono il naso” facendo finta di non seguire Sanremo. È Sanremo che ti segue con radio e tv che pomperanno i brani fino all’estate. Altro aspetto: al vertice della classifica ci sono due ragazzi nati nel 2000. Se vogliamo capirli, occorre ascoltarli, anche nel loro linguaggio sintetico su temi più grandi di loro, come la guerra. Perché capire il battito del cuore che pompa musica nelle vene delle generazioni Z e Alfa vuol dire ascoltare il presente (tranne stupide intemperanze hip hop). Qual è il pericolo? Che tutto diventi come il finale terribile del Truman Show: il protagonista esce, dopo 30 anni, dalla fiction in cui era interprete inconsapevole e chi guardava la tv torna ai propri pop corn ed al programma successivo. Tutto dimenticato.
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