Foto di Kelly Sikkema su Unsplash
19/12/2024 - 16:44
L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto “rispetto” come parola del 2024. Una decisione che sembra un auspicio. Sembra quasi la scelta di una parola “demodé”, sebbene Aretha Franklin nel 1967 ne fece una canzone - inno sempreverde per le donne: “Tutto ciò che chiedo è rispetto quanto torni a casa” dice il brano. Nel 2024 se ne parla perché se ne sente la mancanza? La parola evoca attenzione, gusto dell’incontro e stima ed il Dizionario non intende quella parola da usare per demolire chi si ha di fronte. La mancanza di rispetto è alla base della violenza contro le donne, la natura, le minoranze e gli animali. L’etimologia è latina: deriva da “respicere” che, letteralmente, significa guardare di nuovo, indietro, richiama il dovere di non cedere al giudizio immediato, all’emotività, al gusto del battibecco. Dice Valeria Della Valle, condirettore del Vocabolario Treccani a Sky: «La scelta contribuisca ad alimentare dibattito e riflessione. Sapete dove si fa un uso improprio della parola? In ambito politico, quando si vuol fare un’offesa agli avversari si comincia dicendo “con tutto il rispetto… e poi ci si parla con gli insulti». Ripensate a quante volte l’avete sentito in questo senso: tante, troppe.
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