Sanremo vero

C’è un elemento vero che si distingue nell’edizione 2025 del “Festival di Sanremo”. È la commozione di Carlo Conti, il conduttore designato per quest’anno. Martedì, in conferenza stampa ha dato prova che il cancan dell’evento musicale italiano annuale può avere episodi per nulla costruiti, tantomeno preparati. In conferenza stampa, in risposta ad una domanda, parlando della madre scomparsa, il conduttore non è riuscito a trattenere l'emozione: “Mi ha cresciuto insegnandomi rispetto ed onestà”. Ed ha aggiunto un elemento che gli fa onore: “Ho perso mio papà quando ero piccolo: mamma era da sola, ma non ha mai fatto mancare un pasto a tavola”. Abbattuti, in quel momento, tutti i lustrini, le luci abbaglianti, le smodatezze da festival, le “costruzioni di casi”. E ancora: “ero uno zuzzerellone” facendo intendere sacrifici il cui ricordo oggi strappa lacrime di fonte alla ribalta nazionale. Quanto ci siamo immedesimati in quella commozione? Chi ha perso uno o entrambi i genitori conosce quelle lacrime: irrefrenabili, molto dolorose, ma soprattutto sincere. Chi le ha già provate ha subito riconosciuto un imbarazzo vero. “Sanremo è sempre Sanremo”: questa volta è davvero così, non un modo di dire che sa di vaghezza e superficialità. E allora Buon Festival: tanto lo guardiamo tutti, no?