Il tribunale di Alessandria, dove si è svolta l'udienza a carico dei brigatisti
26/02/2025 - 09:20
di g. sca.
Mi permetto di impiegare questo spazio per un breve ricordo personale. È arrivato guardando un servizio del tg di martedì. Raccontava che è cominciato, ad Alessandria, il processo a tre ex brigatisti rossi per lo scontro a fuoco alla Cascina Spiotta, il 5 giugno 1975. Della morte del carabiniere Giovanni D'Alfonso sono chiamati a rispondere, a vario titolo, dopo 50 anni, due capi storici dell'organizzazione: Renato Curcio e Mario Moretti, 84 e 79 anni, e il militante Lauro Azzolini, di 79. Nella sparatoria morì anche Mara Cagol, ex moglie di Curcio. Il ricordo, arrivato come un flash riguarda mio padre, carabiniere. Raccontò a mia madre il servizio di “traduzione”, vale a dire il trasferimento tra carceri di Azzolini. Non ricordo dove. Quasi sussurrava a mia madre, per non far sentire a mio fratello ed a me, piccoli: “Sai, Azzolini mi ha detto guardandomi negli occhi: vedo che lei ha il viso spaventato. Se i miei compagni decidessero di attaccare questo cellulare voi sareste tutti morti, ma non si preoccupi, oggi non accadrà”. Nella mente di un bambino quelle parole non hanno senso. Oggi sì, ma non posso più consolare mio papà carabiniere tornato a casa dopo quel viaggio. Neanche Bruno, figlio di D’Alfonso, unico presente in aula al processo: suo papà quel giorno del 1975 non tornò.
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