Container in attesa in uno dei porti italiani
09/04/2025 - 06:33
di g. sca.
Come sempre accade se si è protagonisti di un periodo storico eccezionale, chi lo vive non se ne rende conto: lo definirò la storia raccontata dai posteri. Per questo cercare di fissare oggi “l’era dei dazi di Trump” è doveroso per chi scrive. I Paesi del mondo nel mirino del presidente americano stanno studiando come reagire. Qual è la regola che s’intravede? Europa, Canada e Cina studiano contromisure: più uno è grosso, cioè vende cose agli americani, più ci perde. Ha, però, forza maggiore, più leva come forza commerciale. L’Ue mette controdazi ma negozia, mentre la premier Meloni volerà a Washington che, intanto dice alla Cina: “Se continuerà a volersi riservare il diritto di rispondere, tutte le merci cinesi negli Usa costeranno il 125% in più”. Non a caso i giornali (anche statunitensi) parlano di “follie” e all’Europa manca forse la consapevolezza di poter controbattere ad armi pari. Intanto i “big” presenti all’Inauguraton day restano super miliardari, ma un po’ meno: Musk ha perso 135 miliardi dall’inizio dell’anno, Bezos 42,6. Che sia, insieme alle manifestazioni in piazza, l’arma giusta? Se la speranza è che la business community cominci a dire (e a fare) qualcosa, pensate a come siamo messi…
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