09/06/2025 - 11:03
di g. sca.
All’avvio degli eventi estivi sono i giovani, a Mondovì, che hanno colpito l’attenzione di chi, con i capelli ingrigiti, li osserva. L’occasione è stata la bella edizione del “Suono delle Scuole”. Oltre 80 ragazzi si sono sfidati sul palco organizzato dal Comune di Mondovì. Sui loro visi entusiasmo, voglia di far bene, tensione (quella creativa, positiva): bello osservarli mentre si raccolgono in concentrazione nel backstage, prima di esibirsi. È venuto in mente, per contrasto, quel meccanismo assurdo che ispira fenomeni come l’omicidio di una ragazza giovanissima da parte del fidanzato giovanissimo respinto. Un mondo distante in modo siderale tra la bella tensione sul palco monregalese e chi colpisce e uccide. Che cosa crea quei meccanismi terribili? Forse la chiave di interpretazione non è l’emulazione di qualcosa, ma è questa: la spettacolarizzazione della violenza, quella martellante, ossessiva reperibile sui social in modo meccanico ha finito per anestetizzarla. Così nel momento in cui si scatena la violenza non si percepisce l’enormità terrificante che si commette. Poi arrivano i militari, le indagini, le accuse, le urla, cioè l’orrore. Ma è troppo tardi. La musica e le arti in genere, spesso, sono la cura che fa percepire in tempo la bellezza delle cose che si hanno già. Facciamole coltivare.
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