Foto di Emad El Byed su Unsplash
27/08/2025 - 13:52
Non è la prima volta che accade a Gaza, ma questa volta le immagini impressionano perché testimoniano un secondo prima e un secondo dopo: il missile che colpisce quel prima disintegra esistenze che dopo non si vedono più. Il doppio attacco all’ospedale Nasser a Gaza colpisce perché non ha come target i terroristi di Hamas, ma, tra gli altri, cinque giornalisti e i soccorritori. Non ci avventuriamo in giudizi legati a politica internazionale. Sottolineiamo solo che l’informazione di guerra imparziale, in questo caso, è, in pratica impossibile. Sono già almeno 240 i cronisti e gli operatori uccisi dalle bombe israeliane partendo dalla data del 7 ottobre, con il massacro vile e vergognoso. Il fatto è che dall'inizio della guerra, gli israeliani non permettono ai media internazionali di entrare nella Striscia in modo indipendente. A documentare quel che accade sono dunque solo i giornalisti palestinesi che lavorano per le agenzie internazionali (citiamo Associated Press per tutte). Ora il mondo chiede spiegazioni a Netanyahu, il quale ha risposto: “Sono rammaricato”. Non ci illudiamo, le bombe non cesseranno, ma il racconto di che cosa accade da parte di giornalisti oggettivi (e non di influencer prezzolati) sarebbe già “tanta roba".
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