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LA STANZA DELLE PAROLE SOSPESE - RUBRICA

Cara Adozione ti scrivo: relegata nel silenzio dei segreti, ora un ponte tra due mondi

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Cara Adozione ti scrivo: relegata nel silenzio dei segreti, ora un ponte tra due mondi

L'illustrazione di Giulia Otta e la scrittrice Monica Bresciano

12/02/2024 - 14:01

di Monica Bresciano

Monica mi scrive da Chieri e ci regala  nella stanza delle parole sospese  un racconto denso di emozioni che mi toccano nel profondo perchè sono la storia di tutti noi, i bambini diventati adulti che volgono lo sguardo verso il proprio inizio per trovare una radice, ricostruire se stessi e onorare il dono d'amore ricevuto che negli intrecci adottivi si espande e diventa  famiglie (Monica Bresciano).

"Vorrei scrivere questa lettera non a una persona ma a una parola che in sé contiene tante altre parole sospese, proprio come quelle a cui è dedicata questa bellissima rubrica.

Cara Adozione,

ti ho conosciuta quando ero molto piccola, prima ancora di comprendere il tuo significato. Oggi voglio rivolgere a te il mio pensiero e la mia storia.

46 anni. Non sono i miei, che ho purtroppo già superato ma è il tempo che ho impiegato a ritrovare la mia madre di nascita. 46 anni, è l’intervallo che ci ha separate a partire dal nostro primo e unico incontro. È stato un incontro fugace, fatto di uno sguardo rubato e di un pianto sottratto rapidamente da mani certe di dare a me, neonata, la sicurezza e a lei, ragazza madre, la libertà. Da quell’istante in poi, lo strappo si è allargato, in un tempo passato per entrambe in due vite parallele.

Per me è stato un tempo pieno di affetti, relazioni, cura e opportunità, per lei un tempo di salite ripide e rimpianti. Me lo hanno raccontato. Altri, perché da lei sono arrivata troppo tardi. Sono arrivata dopo affannose ricerche, scalando muri, ignorando no continui, giudizi e affrontando battaglie giuridiche, mentre lei, sola, quando le emozioni riaffioravano, non poteva fare altro che voltarsi indietro e scavare ancora in quell’unico ricordo di noi.

Così è trascorso il tempo e invece della sua voce, ho ritrovato una fotografia su una lapide, vagando poi a raccogliere i ricordi altrui, intrisi di dolore e bellezza, perchè lei li aveva lasciati a me, ora ne ho la certezza.  Il ricordo di me è rimasto impigliato nei suoi pensieri per tutta la vita e la traccia di lei è rimasta dentro di me in ogni istante della mia.  Ci siamo ritrovate, alla fine, lei così lontana ormai da essere irraggiungibile  e io a un passo infinito da lei.

Cara Adozione, per questo voglio scrivere a te. Ti sei nutrita per troppo tempo di parole sbagliate, di parole che non erano le tue. Di silenzio, ad esempio, perché di te difficilmente si poteva parlare; di segreto, perché di queste madri nulla era dato sapere o domandare. Ti hanno perfino santificata, a volte, tacciata di eroismo, definita portatrice di salvezza, ringraziandoti come se fossi dedita al sacrificio. Ti hanno poi riempita di parole definitive: per sempre, mai, mai più. E proprio io che ho dovuto attraversare quel mai, comprendendone la più cruda verità, ora te lo voglio dire.

Tu non sei queste parole, Adozione, tu sei altro. Tu non sei silenzio, tu sei parola, comunicazione, narrazione. Tu non sei chiusura ma apertura. È il tuo lato più bello: poter raccontare di te, di come sei diventata famiglia, anzi, famiglie. Tu non puoi essere sussurrata come una vergogna ma neppure devi sentirti gridata al mondo come una eroina, non sei buona e salvifica, tu sei autentica, sei semplicemente il cuore che pulsa in un incontro tra un bambino rimasto solo e i suoi genitori.

Mi raccomando, non devi più vestirti di mai, di troppo tardi, di definitivo; tu sei bella proprio perché sei incertezza, sei sfumatura, luce ed ombra insieme. In te scorre il tempo, sei viva, rappresenti, più che ogni altra parola, l’incontro di passato, presente e futuro. Tu moltiplichi i legami, non li isoli: sei la mia storia, la storia dei miei genitori, adottivi e di nascita, dei miei nonni e di chi li ha preceduti. Sei proprio come un albero, in cui scorre la linfa, con radici profonde e rami che puntano in alto.

Rappresenti la memoria, avvolta di nostalgia, ma racchiudi in te la speranza e i desideri del futuro. Porti con te il dolore, la sofferenza di chi ci ha lasciato ma anche le fatiche e i dubbi di chi ci ha cresciuto. Non sei perfetta, sei complicata, come lo siamo tutti, ma hai dentro di te gli intrecci degli affetti e il mistero di tante realtà ancora da scoprire. Sei il vuoto colmato dai racconti su mia madre e sei i ricordi che ho costruito con la mia famiglia, sei la nostalgia di quello strappo e il dolore delle perdite che sono arrivate nel tempo. Rappresenti il mio guardare indietro, verso le mie radici, per poter andare avanti.

Adozione, sei stata troppo a lungo relegata nel silenzio dei segreti, oggi spero che tu possa illuminarti e aprirti sempre più a queste parole nuove. Ti saluto, con il ricordo di ciò che sei per me: un ponte luminoso tra due mondi, sul quale io voglio stare, tra i due capi della mia esistenza, con la certezza che, finalmente, da entrambe le parti,  l’essere figli e il sentirsi figli possono coincidere".

Monica

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