LANGA
02/07/2020 - 17:01
di f.trax
«Sono guarito dal virus Covid-19». Giorgio Pellegrino, impiegato comunale di Carrù e “anima” della Fiera del Bue Grasso, aveva scelto la sua pagina Facebook per annunciare la fine di un incubo incominciato a metà aprile con il ricovero in ospedale: prima a Mondovì e poi a Ceva. “In effetti - ha scritto Pellegrino con la consueta dose di ironia - sono rientrato a casa lunedì 25 maggio, ma solo oggi, dopo una adeguata cura casalinga a base di bollito e Dolcetto, mi rendo conto di aver finito il cammino della malattia”. Nel suo “post”, pubblicato il 31 maggio assieme al testo della Canson ‘d Carù di Franco Vacchetti, i ringraziamenti a chi gli è stato vicino in questi mesi. “Devo innanzitutto dire grazie - ha scritto il 63enne da mercoledì 1° luglio, in pensione - tutti i medici, gli infermieri/e e gli operatori sanitari che, con professionalità, dedizione e anche umana simpatia, mi hanno curato per quarantadue giorni, prima presso il pronto soccorso e il reparto Covid dell’Ospedale di Mondovì e poi presso lo specifico reparto dell’Ospedale di Ceva. A loro porgo la mia modesta gratitudine, anche se avverto che tuttora non sono in grado di riconoscerli fisicamente, per il fatto che li ho solo e sempre visti vestiti con gli indispensabili dispositivi di protezione individuale. Parimenti ringrazio il personale del 118 di Dogliani e i volontari del Gruppo Soccorso di Clavesana. Esprimo riconoscenza a chi è stato in ansia per me (in particolare mia moglie Romana, mia figlia Arianna e mia mamma Beatrice) e a tutti coloro che, con telefonate, messaggi e preghiere, hanno espresso affetto e amicizia. Vi ricorderò perché mi avete accompagnato nei lunghi giorni di degenza, offrendomi momenti di sollievo che mi hanno riportato in mente i versi della Canson ‘d Carù di Franco Vacchetti: perché costa-si l’è la stòria ch’an gropa a Carù”. Venerdì siamo andati a trovarlo.
Giorgio Pellegrino, da mercoledì è in pensione: ricorda quando quarant’anni fa iniziò a lavorare per il Comune di Carrù?
«Era il 1981 e io avevo 23 anni. Dopo aver lavorato in officina da mio papà, elettromeccanico cuneese che a Carrù ha trovato lavoro e moglie, ho vinto il concorso. Cosa ricordo di quel periodo? La confusione di ricevere tante informazioni tutte insieme!».
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