LANGA
17/03/2023 - 14:00
di f.trax
Anche se sono passati più di 28 anni, chi abita nelle nostre zone non potrà mai dimenticare i drammatici accadimenti verificatisi nel ‘94 in seguito all’esondazione del Tanaro. Proprio in quei giorni di inizio novembre è ambientato “Ciò che rimane” (Primalpe), il sesto romanzo della scrittrice carrucese Graziella Dotta che è uscito il 28 febbraio: venerdì 31 sarà presentato nella biblioteca civica di Clavesana, con i suoi cinque morti forse il paese-simbolo dell’alluvione: a dialogare con l’autrice la dottoressa Ornella Donna e il giornalista Gianni Martini.
Graziella Dotta, perché un libro con al centro l’alluvione del ’94?
«Ogni mio romanzo è ambientato in un particolare periodo storico. “Il filo che ci lega” negli anni di piombo, “Baci Giulia” in quelli della guerra dei Balcani. A un certo punto mi sono chiesta: “Perché andare così lontano?”...».
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