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«Fate il pane, non fate la guerra»

Venerdì e domenica gli appuntamenti pacifisti degli Amici del Forno di Rocca Cigliè

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«Fate il pane, non fate la guerra»

28/03/2024 - 16:53

di f.trax

“Pane non bombe!”. Questo lo slogan con cui gli Amici del Forno di Rocca Cigliè hanno deciso di accompagnare i due appuntamenti organizzati in paese “per la consapevolezza alimentare, contro le spese militari”. Il primo è in programma venerdì 29 marzo alle 20,45 nella sala culturale (piazza della torre) di Rocca Cigliè si intitola “La fame come arma di guerra e l’uso geopolitico degli aiuti umanitari”: una serata con proiezioni ed aperta al dibattito. Domenica 31, invece, si svolgerà il secondo che è intitolato “Fate la pizza non fate la guerra!”: l’associazione preparerà le pizze per un take-away a offerta libera (prenotazioni al 334/2180688), in contemporanea con un’apericena giropizza al Circolo Acli del paese (prenotazioni al 333/6882283).

 «Gli scenari internazionali di crisi militare ed umanitaria - spiegano gli organizzatori - sono tanti, troppi. Quasi da non riuscire a tenerne il conto. Ucraina, Palestina, Sudan, Yemen, Siria, Haiti, Libano, Armenia, Kurdistan, Afghanistan, Malaisia, Tigray, Congo... e la lista potrebbe essere più lunga: è la guerra ovunque, la guerra globale. Un sistema-mondo che da un lato è in grado di armare aerei fulminanti e droni “intelligenti”, missili e contromissili ipersonici, macchine di morte a guida e decisione autonoma; e che dall’altro non riesce a nutrire decentemente più di un miliardo di persone, ed i cui meccanismi umanitari faticano a tenere il passo delle decisioni economiche e politiche. Metodi di guerra medioevali, la terra bruciata, l’assedio, la carestia e il ridurre alla fame ritornano prepotenti come mezzo di risoluzione dei problemi internazionali. È uno spregio all’umanità: centinaia di migliaia di morti provocate dalla fame e da malattie facilmente curabili, generazioni innocenti in ampie regioni geografiche “dimenticate da Dio e dagli uomini”, dove la comunità internazionale non riesce o non vuole fare arrivare i suoi aiuti umanitari ed i suoi discorsi sui diritti dell’uomo».

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