LANGA
14/02/2025 - 17:00
Dal 2019 non si faceva più. A marzo, grazie alla sinergia tra Nuova Filodrammatica Carrucese e Comune, tornerà una rassegna teatrale in piemontese al “Vacchetti”. Tutti gli spettacoli, a ingresso libero, sono in programma alle 21. Sarà proprio la Nuova Filodrammatica Carrucese il 7 ad aprirla con ‘N terno au lot, versione in dialetto della commedia della toscana Antonella Zucchini “Un terno al lotto”. La Compagnia carrucese nasce nel 1978. A qualche momento di gloria dovuto a un paio di commedie dedicate ai personaggi della storia locale seguono anni di silenzio. Poi, all’inizio degli anni 90 nuovamente in scena proponendo commedie comiche, ma non solo, tutte adattate in dialetto piemontese. Tra gli autori rappresentati possiamo citare: Fenoglio, Scarpetta, De Filippo, De Benedetti, Pirandello, Palmerini, Fayad e Sauvajon. La settimana successiva, venerdì 14, protagonista sarà la Banda Brusca di Bene Vagienna che presenterà “Unico figlio di madre vedova”, commedia in due atti “e un po’” di Germano Benincaso. La Banda Brusca nasce nel 2002 come momento di aggregazione su idea di Don Antonio Bergonzo, arciprete di Bene Vagienna. Sono quindi 23 anni che propone con successo i suoi spettacoli nei teatri di tutto il Piemonte. Le risorse che ne ricava vengono destinate in beneficienza. Venerdì 21 in scena ci sarà la Crica del Borgat di Mondovì con “Rivoria Pasquale Evasore Fiscale”, commedia in due atti di Amendola e Corbucci. Nata nel 1973 la Crica del Borgat è sicuramente una delle più longeve compagnie teatrali della nostra provincia. Ha raggiunto il traguardo dei 50 anni di palcoscenico, lunghissimo periodo di tempo, in cui ha allietato il suo affezionato pubblico con esilaranti commedie. Chiudono venerdì 28 i Commedianti Niellesi con la loro versione della Locandiera di Goldoni. La compagnia nasce nel 2015 sorgendo dalle ceneri di un gruppo Niellese che aveva operato negli anni 1970-80. Le commedie rappresentate si sono basate sul filone “Piemunteis”. Ma negli ultimi anni, I Commedianti Niellesi hanno cercato di creare qualcosa di nuovo coniugando il genere dialettale a quello dell’arte pur mantenendo sempre il filone piemontese.
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