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Dopo il cupo weekend autunnale, a ottobre torna il sole.

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Per Capodanno “il passato non dimentica” e il nostro meteo “fa ginnastica”.

27/09/2022 - 15:26

Sono giornate queste in cui passeggiare nel bosco o in ciò che resta del giardino dopo tanta siccità fa venire in mente pensieri cupi, non consueti nella nostra irenica vita all'aria aperta di questi ultimi anni. Quella cioè di prima dell'avvio delle calamità che si sono avvicendate negli ultimi tre anni. Quante sono state, quante sono le calamità, le bibliche “piaghe d'Egitto” che hanno afflitto la nostra voglia di vivere nell'età crepuscolare che per definizione dovrebbe essere a luci calde ma soffuse, tranquille, senza sconquassi. Se le contiamo una per una sulle dita della mano o mentre a fatica cerchiamo di prendere sonno ci avviciniamo alla fatidica, vulgata “biblica”, di sette. Tentavamo ieri di enumerarle cercando qualche castagna degna di questo nome tra i ricci rinsecchiti da mesi e mesi di arsura che si ammucchiano nelle “barere” del bosco e, largheggiando un pochino, siamo arrivati -con l'ultima arrivata- al fatidico numero della cabala. L'ultima la scorgiamo in analogia (e con una sorta di disperazione mista a rabbia) con la sorte di due piante di rose in cui un virus micidiale è ricomparso d'improvviso. Già comparso molto tempo fa, grazie ad una rosa acquistata incautamente in un vivaio di bassa cultura botanica, lo abbiamo combattuto ricorrendo a tutte le cure possibili e siamo riusciti a fatica a contenerlo per anni con trattamenti naturali, pazienti e personalizzati. Poi sono bastati alcuni mesi di sospensione a causa di lockdown e siccità imperversante che il virus è riesploso e rischia di invadere tutte le nostre piante di rosa, anche quelle che finora hanno sempre sostenuto nel gran spolvero di maggio la bellezza del nostro giardino. In più, quest'anno  -dopo quasi dieci mesi di siccità- il verde del bosco e dell'angolo di collina non è più lo stesso. Al verde gàrrulo e tenue nel passaggio verso i gialli dei foliages degli ultimi anni si è sostituito un verdone scuro, cupo, quasi grigio, più da minacciosa Ruhr sassosa che non da quella collina “prealpina e provenzale”  che era la nostra nelle belle stagioni d'antan. Per fortuna che martedì il sereno limpido, sostenuto da vivaci venticelli da Nord Ovest, ci ha ridato un po' di conforto dopo questo Weekend uggioso e cupo. La vista delle rondini poi, che dopo preparativi ansiosi di lasciarci per siti più gradevoli partivano in massa, ci dava sì nostalgia per la loro imminente assenza, ma anche conforto nell'immaginare che ci sono altri lidi possibili, meno cupi, meno esposti ai virus dei nostri. La settimana sarà tutta o quasi all'insegna dei contributi da Nord Ovest (che di questi tempi ci sono certo più favorevoli di quelli da Est) e quindi ricca di scambi d'aria. Dopo il fronte che  mercoledì avrà investito le Alpi settentrionali con neve fino ai margini delle Alte Cozie, tra giovedì e venerdì toccherà ad una nuova forte ondata perturbata da Sud Ovest muoversi verso il Tirreno investendo di nuovo Levante ligure e Toscana e sfiorando con qualche pioggia (forse più sostenuta sulle Langhe) la nostra Granda. Sono previsti fiocchi di neve sulle Alpi a quote medio-alte, con temperature basse (13° di massima) da autunno inoltrato. Seguirà però una rimonta dell'alta pressione con un fine settimana che attenuerà le paturnie di quello scorso con sole pieno e massime tornate gradevoli (22-23°,  con minime attorno ai 10°.
romano.fulvio@libero.it

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