MENU

Dopo la pioggia 'd san Denìs torna una “quasi estate”.

CONDIVI QUESTA NOTIZIA:
Per Capodanno “il passato non dimentica” e il nostro meteo “fa ginnastica”.

11/10/2022 - 11:24

Quant'è stata buona l'acqua di san Dionigi o, se preferite,” 'd san Denìs”. Il primo vescovo di Parigi che dopo che gli tagliarono la testa la raccolse e se la portò sul petto camminando per tutto il tragitto fino alla collina di Montmartre. La giornata dedicata a questo santo era un tempo uno dei giorni “di marca” preferiti dalla campagna perché si pensava che il meteo del 9 ottobre fosse “predittivo” del meteo tardo autunnale e invernale. Era il motivo di tanta attenzione in un periodo in cui soltanto l'esperienza trasmessa di generazione in generazione poteva alludere ad una costante meteorologica che si ripetesse in determinate date o circostanze. Insomma, se avesse fatto bello a “san Denìs” l'inverno prometteva di svolgersi senza traumi: sarebbe finito presto e sarebbe stato umido, non rigido e poco nevoso. Al contrario (ed è questo che più ci interessa) se pioveva il 9 ottobre c'era il rischio che i fiumi sarebbero usciti nove volte (!) dal loro letto. Detto interessante, perché rivela come da sempre il timore in questa stagione fosse quello delle alluvioni. Che infatti, di norma, dalle nostre parti si scatenano soprattutto ai primi di novembre. E, dopo un'annata secca e calda come mai avvenuto da secoli, la preoccupazione di chi legge sul computer le carte previsionali dei modelli matematici è quella di vedere avvicinarsi una fronte perturbato così fatto da facilitare il carico di energia sul mare ancora caldo poi scaricata sotto forma di piogge torrenziali e temporali autorigeneranti su valli e pianure. Tornando alla pioggia di domenica, debole, minuta e quasi ininterrotta per almeno 36 ore, è stata “buona” perché ha accarezzato la terra con gocce morbide che sono agevolmente penetrate in una terra diventata dura per un secco da 10 mesi persistente. Così i 32 millimetri osservati ai Passionisti, 32 litri per ogni metro quadro di terreno, sono provvidenziali per ricostituire (quasi) un decimo del deficit idrico di cui soffriamo dal dicembre scorso fino ad oggi. Può sembrare poco, ma i fatti dimostrano che queste pioggette, distribuite bene nel tempo estivo e non dilavanti, hanno salvato la vendemmia (eccezionale) e faranno bene anche al Magnatum Pico, il nostro tartufo bianco, favorendone il profumo ma anche un prezzo che scenda dagli attuali 500-600 euro all'etto.  Allontaniamo comunque i timori di alluvioni in vista che può aver suscitato il detto di “san Denìs”. È invece in atto su di noi una rimonta dell'alta pressione che sopravviverà per tutta la settimana alla variabilità che agita il Mediterraneo. Fino all'altro ieri si pensava a piogge forti da domenica/lunedì, invece da sabato una nuova cupola anticiclonica si piazzerà proprio su di noi. Le temperature risaliranno sul mare così come in montagna fuori dalle nebbie della bassa fino a valori quasi estivi. Un nuovo caldo anomalo, insomma. E nemmeno questa è una buona notizia.
Romano.fulvio@libero.it

Ulteriori informazioni sull'edizione cartacea

Edicola digitale

Sfoglia

Abbonati

LE ALTRE NOTIZIE

Powered by Gmde srl