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Dopo l'ultimo soffio africano, venerdì arrivano piogge

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Per Capodanno “il passato non dimentica” e il nostro meteo “fa ginnastica”.

18/10/2022 - 16:02

Avevamo sperato nelle “piouvere 'd san Gàl” per avere quella compensazione idrica (chiamiamola così) che ci spetterebbe dopo tanti mesi di siccità. Se non lo sapevate lo ricordiamo qui: il nostro angolo nordoccidentale è in questo anno memorabile il più siccitoso dell'intero paese e l'acqua è logico  che diventi la nostra principale preoccupazione. Il terreno delle nostre colline e delle campagne in generale è duro, compatto come nessun altro dopo dieci e più mesi di aridità continua. Soltanto la lunga e dolce spruzzata di acqua fina di domenica 9 ottobre ci aveva finalmente fatto sperare in un'inversione di tendenza. Ed infatti ne avevamo approfittato per togliere le patate dal terreno di dietro il casotto perché i primi tentativi fatti dopo il ferragosto (la data deputata per toglierle dal grembo terragno) erano cozzati contro una lastra dura impenetrabile. La settimana scorsa invece il magaglio era un piacere farlo affondare con una piccola spinta della punta dello stivale in un terreno diventato quasi sabbioso grazie alla bagnarola di 36 ore dell'8-10 ottobre. Certo, allo stupore per la facilità del lavoro si è poi aggiunta anche un'altra meraviglia, meno piacevole. Quella di trovare delle patate piccole come mai avvenuto negli ultimi  34 anni. Piccole con alcune, poche, eccezioni. Pazienza, le abbiamo raccolte lo stesso perché quelle minute  andranno bene rosolate nell'olio e nel rosmarino con la buccia, riserva salvifica di magnesio e potassio. Almeno così speriamo. Un po' la stessa cosa è d'altronde capitata per le castagne. Nonostante le celebrazioni nella Fiera di Cuneo sono state pagate poco, pochissimo. E pensare che, almeno le nostre (carôn rôs e neir) non erano così piccole. Erano più tonde e grassocce dell'abituale ma sapore e consistenza erano impagabili.  Tant'è. Il tartufo vola ai 600 euro l'etto ad Alba mentre a Cuneo i marroni li hanno pagati 80 centesimi al Kilogrammo.  E, allora, ci aspettavamo (e l'abbiamo scritto) nuove piogge in quel san Gallo che da sempre è uno dei precursori del tempo autunnale. Invece questi ultimi giorni sono stati caldi come in una tarda estate e come raramente avviene a metà ottobre. Anche se inizialmente foschiosi, di una cappa grigia portata dalle inversioni termiche e dal tappo dell'anticiclone. Che è stato ancora una volta quell'Africano che ormai ci perseguita come le fastidiose mosche sul finire dell'estate e che, dopo massime di 24-25 gradi di mercoledì troverà opposizione soltanto da quel centro depressionario che dal Portogallo muoverà su di noi venerdì, dopo le prime nuvole di giovedì. E allora, i modelli sono un po' all'allerta. Si teme che le piogge possano diventare troppo intense grazie ai contrasti termici tra arie fredde da NO e bacino da caldo marocchino. All'ultimo sembra che ci saranno soltanto piogge più o meno normali venerdì, con una pausa sabato e la ripresa domenica. Ma ormai ce le sogneremo le temperature da tarda estate. D'ora in poi sarà autunno vero.
romano.fulvio@libero.it 

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